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Il Canavese è invaso dalla magia del Giro d'Italia di ciclismo

Il Canavese è invaso dalla magia del Giro d'Italia di ciclismo

Applausi scroscianti per la maglia rosa

Il Canavese ha accolto a braccia aperte il Giro d’Italia di ciclismo, uno degli eventi sportivi più seguiti e conosciuti al mondo. Passano gli anni, ma la passione viscerale che lega questo sport alla gente non viene mai meno. Nelle giornate di venerdì 23 e sabato 24 maggio, rispettivamente con la tredicesima tappa da Fossano a Rivarolo Canavese e la quattordicesima con partenza ad Agliè e arrivo a Oropa, la Corsa Rosa è transitata sulle strade canavesane per la gioia di chi si è piazzato dietro le transenne per vedere i ciclisti dal vivo, anche solo per pochissimi secondi. “Arrivano! Arrivano” esclamano i tantissimi bambini, spesso fianco a fianco con i genitori o i nonni, quando intravedono i corridori avvicinarsi ad alta velocità. Per chi volesse sapere cos’ha di così magico il Giro d’Italia, basta guardare i loro occhi raggianti e pieni di vita per capirlo appieno. Allo stesso tempo, pochi metri dietro, l’altra faccia della Corsa Rosa sono i tanti anziani presenti tra la folla che aspetta il passaggio del Giro d’Italia. La vitalità non è più quella degli anni migliori, ma il ciclismo ha per loro un fascino particolare. Una volta non si praticavano in Italia tanti sport. C’era il calcio, c’era l’atletica, c’era la boxe e c’era il ciclismo, sport di fatica, sofferenza anche, e traguardi da raggiungere. Proprio come nella vita di ogni giorno. Questi signori non disdegnano una pedalata quotidiana e quando passa la maglia rosa, sono pronti a raccontare degli anni passati con trasporto. E poi ci sono gli appassionati di tutte le età, gli sportivi o anche solo i semplici curiosi, tutti quelli che contribuiscono a riempire strade e piazze rendendo magica la Corsa Rosa e, soprattutto, tutti i volontari e non che lavorano dietro le quinte perché lo spettacolo sia garantito. Il Giro d’Italia è un avvenimento, allestito da una macchina organizzativa rodata e collaudata che non lascia nulla al caso. E venerdì, con la grandine e la pioggia abbattutasi su alcune località del Canavese interessate dal passaggio del Giro, tra cui Rivara, Busano e Castellamonte, non ci si è fatti mancare proprio nulla e il contributo della gente, scesa in strada munita di scopa per liberare la carreggiata, è stato fondamentale. Suoni, come il rumore degli elicotteri e delle moto che precedono i ciclisti, la musica della Carovana Rosa, i tuoni minacciosi provenienti dal cielo, gli applausi e il tifo degli spettatori. Colori ed emozioni, targate di rosa come la storica maglia del leader della corsa, ma anche di tutte le altre tinte presenti sulle divise delle squadre partecipanti e sulle bandiere dei tifosi al seguito, provenienti da tante nazioni così come i ciclisti iscritti. Colori come quelli della catena umana di Cuorgnè, dei palloncini lanciati verso il cielo a Castellamonte, della sfilata dei corridori ad Agliè prima della partenza ufficiale della quattordicesima tappa e della pedalata per grandi e piccoli a Ivrea. A Rivarolo Canavese, sede dell’arrivo della tredicesima tappa, è invece la Colombia a farla da padrone, con i fan della maglia rosa di allora Rigoberto Uran in festa. Con entusiasmo e cori di incitamento hanno contagiato la zona della premiazione, senza però far passare in secondo piano l’orgoglio tutto italiano per il successo a sorpresa di Marco Canola, classe 1988 al suo primo acuto in carriera al Giro d’Italia. Con una dedica speciale, al papà mancato di recente. Insomma, un autentico condensato di emozioni per questa manifestazione sportiva così sentita. Una festa popolare che ancora una volta ha fatto centro. E per tutti quelli che sono rimasti a casa, peggio per loro. La “due giorni” canavesana resterà per quelli che l’hanno vissuta un ricordo. Un bellissimo e indelebile ricordo. [caption id="attachment_68762" align="alignnone" width="300"]Applausi scroscianti per la maglia rosa Applausi scroscianti per la maglia rosa[/caption]
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