Napoleone Bonaparte arriva a Chivasso. O, per meglio dire, ritorna. Si perché il Primo Console Francese, nella città del nocciolino, ci è già stato. E per ben due volte. Dopo secoli di attesa- era il maggio del 1800 quando passò per l’ultima volta- la ricomparsa. Ad annunciarlo, mercoledì 30 aprile presso Palazzo Rubatto, in piazza Carletti, una conferenza stampa di presentazione dell’evento. Si terrà, infatti, nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 maggio, la rievocazione storica “l’Aquila oltre le Alpi”. Nata per volontà della Confraternita di San Sebastiano Magnifico Coro degli Abbà e della Pro Loco L’Agricola di Chivasso, in collaborazione con la Società Storica Chivassese, il 111esimo Reggimento di Linea di Torino e con il sostegno del Rotary Club e la Compagnia di San Paolo, l’iniziativa intende riproporre fedelmente il passaggio di Napoleone e delle sue truppe avvenuto a Chivasso tra il 28 ed il 31 maggio del 1800. “La nostra città fu scelta dal Bonaparte come accampamento provvisorio delle sue truppe, guidate dal generale Lannes, ormai stremate dagli aspri combattimenti contro gli Austriaci”, spiega Gianfranco Germani, presidente della Confraternita di San Sebastiano. “Proprio qui, il Primo Console, con modi civili e cortesi, tranquillizzò le autorità cittadine circa il rispetto delle proprietà e delle persone ma, in cambio, richiese quarantamila razioni di ogni genere di sussistenza da consegnare entro quarantotto ore”. “Con fatica, e grazie al provvidenziale ritrovamento di alcuni barconi carichi di sale e grano presso Castelrosso - continua Germani - la città riuscì nell’impresa”. “Abbiamo deciso di accogliere favorevolmente l’iniziativa, non solo per riproporre fedelmente un avvenimento storico importante, ma anche perché crediamo che abbia le carte in regola per dotare la città di un appuntamento di forte richiamo turistico”, commenta Bruno Pasteris, presidente de L’Agricola. “Infatti - prosegue Francesco Ganora, membro della 111a Linea di Torino - saranno oltre cento i rievocatori che, accompagnati da cavalli, con indosso le uniformi e le armi dell’epoca ed accompagnati dal rullo di tamburi, faranno rivivere per due giorni l’epopea napoleonica”. Presenti alla presentazione, anche l’Assessore al Commercio, Claudia Buo e Libero Ciuffreda, sindaco della città. “Abbiamo deciso di accogliere con favore l’iniziativa per dimostrare che Chivasso è in grado di andare oltre i propri confini”. “Siamo convinti nella buona riuscita della manifestazione e crediamo che si possa ripetere anche negli anni a seguire”, dichiarano. “Siamo convinti - aggiungono - che possa essere un buon trampolino di lancio per il nostro paese. Soprattutto in vista dell’expo 2015 che interesserà la zona fra poco”. Durante la conferenza, inoltre, gli organizzatori presenti hanno colto l’occasione per sottolineare come il loro sia anche un tentativo nato per esaltare l’importanza della pace e ricordare quanti chivassesi, e piemontesi in generale, morirono durante i combattimenti della campagna napoleonica inseguendo degli ideali, quelli dell’uguaglianza e della democrazia. L’aquila oltre le alpi Inquadramento storico Nel maggio del 1800 le truppe del Primo Console francese, Napoleone Bonaparte, superano le Alpi presso il colle del Gran San Bernardo decise a riconquistare la Pianura Padana controllata dagli Austriaci. Travolti gli avamposti nemici di St. Remy ed Etroubles, i soldati repubblicani si riversano verso la pianura. Il 16 maggio conquistano Aosta e, superato a fatica l’ostacolo del forte di Bard, il 22 maggio prendono d’assalto i bastioni di Ivrea. Deciso a raggiungere Milano, cuore del dominio austriaco nella valle padana, Bonaparte ordina al generale Lannes, comandante dell’avanguardia, di occupare Chivasso. Dopo un aspro combattimento nei pressi di Romano Canavese, mercoledì 28 maggio, poco dopo mezzogiorno, le truppe repubblicane arrivano a Chivasso. Alla loro testa cavalca Napoleone Bonaparte. Il Primo Console, con modi civili e cortesi, tranquillizza le autorità cittadine circa il rispetto delle proprietà e delle persone, ma quando nel pomeriggio il generale Lannes richiede quarantamila razioni di ogni genere di sussistenza da consegnare entro quarantotto ore, per la Città iniziano ore di grande tensione. Stremati da anni di requisizioni militari e di carestia, i Chivassesi faticano a mettere insieme i viveri richiesti e solo il fortuito ritrovo di alcuni barconi carichi di sale e grano nei pressi di Castelrosso salvano la Città da pesanti rappresaglie. All’alba di Sabato 31 maggio i Francesi lasciano finalmente Chivasso. Lannes, riconoscente per quanto i Chivassesi hanno saputo dare, lascia ai poveri della città le eccedenze di viveri requisite. Un paio di settimane dopo, nella piana di Marengo, sarebbe iniziata l'epopea dell'astro napoleonico.
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