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Scienza

Quanto dura un giorno? L’estate 2025 regala i tre giri di giostra più veloci della storia

Il 9 e 22 luglio e il 5 agosto la Terra taglierà fino a 1,5 millisecondi da una giornata «standard». Gli scienziati inseguono le cause – dal respiro della Luna ai moti segreti del nucleo – mentre l’umanità si prepara al primo “leap second” al contrario

Il più breve giorno della storia

La Terra vista dallo spazio allo scoccare delle 00:00:00 del 9 luglio 2025, uno dei giorni più brevi mai registrati

Alle 00:00:00 del 9 luglio 2025 il nostro pianeta avrà già fatto il suo dovere… con un soffio di anticipo. I calcoli dell’International Earth Rotation & Reference Systems Service (IERS), elaborati da timeanddate.com, indicano che oggi il giorno durerà circa 1,38 millisecondi in meno di 24 ore; il 22 luglio e il 5 agosto scenderanno fra –1,3 e –1,51 ms, sfiorando il record assoluto di –1,66 ms stabilito il 5 luglio 2024. 

Un millisecondo sembra nulla, ma su un pianeta che corre a 1.670 km/h all’equatore vuol dire percorrere quasi 500 metri in meno prima che scocchi mezzanotte. Oggi stesso – rileva il widget “How long is today?” di Time and Date, uno strumento che monitora quotidianamente di quanto la durata effettiva del giorno terrestre si discosti dalle 24 ore esatte – la lunghezza del giorno è stimata a 1,425 millisecondi sotto la media.

“Stiamo vivendo un’anomalia senza precedenti”, avverte il geofisico Duncan Agnew, geofisico del Scripps Institution of Oceanography (Università della California, San Diego) sul New York Post. Egli ricorda che fino al 2016 gli scienziati erano abituati a “giorni in ritardo”, non in anticipo. 

Anche Leonid Zotov, esperto di dinamica terrestre al Moscow Institute of Electronics and Mathematics, ammette la sorpresa: “Nessuno se lo aspettava. L’accelerazione non è spiegata”, perché i modelli atmosferici e oceanici non giustificano uno sprint simile.

Il colpevole numero uno resta la posizione della Luna: quando il nostro satellite si trova più a nord o a sud dell’equatore terrestre, riduce l’attrito mareale che normalmente rallenta la rotazione del pianeta. A questo si sommano la fusione dei ghiacci, la riconfigurazione delle correnti oceaniche, i grandi terremoti e, soprattutto, i piccoli “sobbalzi” del nucleo di ferro allo stato fluido. Sono fenomeni che, secondo quanto riportato da Live Science, contribuiscono in modo significativo alle variazioni nella durata del giorno.

Dal 1972 abbiamo aggiunto 27 “secondi intercalari” (leap seconds) per compensare il progressivo rallentamento della rotazione terrestre. Ora, paradossalmente, gli espertii dell’International Earth Rotation and Reference Systems Service (IERS) stanno valutando l’ipotesi opposta: sottrarre un secondo al Tempo Coordinato Universale (UTC) entro il 2029. Sarebbe il primo leap second negativo della storia, e potrebbe trasformarsi in un incubo per i sistemi informatici globali: reti Global Positioning System (GPS), borse elettroniche e server potrebbero non essere pronti a gestire una sequenza temporale anomala, dove al 23:59:58 segue direttamente lo 00:00:00. Questa eventualità rappresenta una sfida tecnica concreta per l’infrastruttura digitale mondiale, progettata finora solo per aggiungere tempo, non per toglierlo.

Cosa cambierà per noi? Niente, a occhio nudo: un battito di ciglia umano dura 100 ms, cento volte di più della variazione odierna. Ma il micro–tempo è la spina dorsale del mondo digitale. Nel 2012 un leap second positivo mandò offline la piattaforma social Reddit, la compagnia aerea australiana Qantas e parte di Cloudflare, l’azienda statunitense che fornisce servizi di sicurezza informatica, protezione da attacchi DDoS e reti di distribuzione dei contenuti. In sintesi, un secondo sottratto rischia di riproporre il problema al contrario. 

Possiamo considerare quanto sta accadendo una storta di promemoria cosmico. Il pianeta accelera da soli cinque anni; l’ultimo rallentamento risale a circa 700 milioni di anni fa, quando i giorni si allungarono oltre le 21 ore. “La Terra sta giocando a elastico con il tempo”, scherza Duncan Agnew. Ma, in fondo, è un invito alla modestia: finché esisteranno le maree e un nucleo fuso, il tempo che scandisce le nostre vite non sarà mai un numero perfetto.

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