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01 Luglio 2025 - 10:37
Pensare di “cambiare il mondo” può apparire un’idea piuttosto adolescenziale; in effetti è in giovane età che si hanno progetti, per così dire, “rivoluzionari”…
Ma la realtà dei fatti è, che ciascuno di noi, indipendentemente dall’età ed anzi, molto spesso quando si è già adulti, spera di lasciare un segno su questa terra.
Lo ha spiegato molto bene lo psicologo Milton Erikson con il concetto di generatività, cioè il desiderio dell’adulto di contribuire alla prossima generazione, creando o guidando, e lasciando un'eredità positiva. Perciò il concetto di generatività non è strettamente collegato a quello di genitorialità, cioè al fatto di avere dei figli. Questa fase evolutiva dell’uomo si contrappone alla “stagnazione”, cioè la chiusura in se stessi e l’isolamento sociale, al quale non è bene auspicare.
Detto ciò, lasciare un’eredità positiva, un segno nel mondo, è qualcosa che riguarda tutti, ma come farlo? Dobbiamo tutti ambire a diventare degli attivisti incalliti, dei personaggi famosi o dei ministri? No, assolutamente.
Si può lasciare un segno cominciando dalle piccole cose, come assumersi la responsabilità delle scelte che facciamo e da come ci comportiamo ogni giorno. Se non cominci tu, nessuno lo farà per te. Faccio un esempio: ci lamentiamo del cambiamento climatico e di come le città siano diventare dei “forni”. Cosa posso fare a tal proposito? Potrei piantare un albero, o prendermi cura della natura facendo un pò di plogging cioè raccogliere i rifiuti lasciati ai bordi della strada mentre faccio una camminata e così via…
Non è utopia, ogni nostra singola azione ha una sua influenza sul mondo circostante; genera una sorta di effetto a catena. Mi spiego meglio, se sono una persona generalmente scontrosa e di cattivo umore, non “porterò gioia” alle persone con cui entro in relazione, che conseguentemente mi tratteranno più facilmente in malo modo, di riflesso. Si, proprio come uno “specchio”! Così come anche per la maleducazione, se comincio a buttare la carta per terra è facile che i miei figli o comunque le persone che sono sotto la mia influenza seguiranno questo cattivo esempio.
Una singola azione può avere effetti molto più vasti di quanto si possa pensare, soprattutto se coinvolge direttamente le altre persone. Questo succede perché noi siamo un sistema, e sappiamo che all’interno di un sistema basta che un singolo elemento si modifichi per generare un cambiamento. Siamo animali sociali e siamo terribilmente attratti dal comportamento altrui: se tutti fanno una cosa è molto probabile che la faremo anche noi.
Tornando al discorso di “lasciare un segno” questo è un desiderio che appartiene a tutti (o perlomeno nella nostra cultura occidentale) più o meno dalla notte dei tempi.
Ma come farlo? Paradossalmente è più semplice di quanto si immagini. Dobbiamo cominciare a fare del nostro meglio sulle cose che “siamo chiamati” a fare, oggi. Non solo per quanto riguarda ciò che ci piace o ci viene facile fare ma anche su quelle “incombenze” che appartengono alla vita di tutti i giorni. Provo a spiegarmi meglio… Sono un insegnante e già di per sé il mio lavoro può fare la differenza nella vita dei ragazzi che gravitano intorno a me, tuttavia non tralascerò anche quelle “faccende” magari noiose o impegnative come la formazione o i concorsi che cono chiamata a fare per migliorare la mia carriera. Oppure, sono un artista e amo dipingere ma non tralascerò gli aspetti meno creativi come la gestione della partita iva ecc…
Si può fare del nostro meglio non solo in ambito lavorativo ma anche nelle relazioni, come genitori o partner e così via.
Questo è il vero motore per cambiare il mondo: fare le cose con cura, con “presenza” e attenzione indipendentemente dal risultano. “Dare l’esempio” senza aspettarci ricompense o riconoscimenti è realmente il punto di svolta per ambire ad una vita di significato. Se comincio io a migliorarmi in quello che faccio, di riflesso, anche il mio “piccolo mondo” ne beneficerà. Inoltre, devo essere sincera, che agire in questo modo è già di per sé gratificante: quando siamo immersi e concentrati sul “servizio” che stiamo facendo, che può riguardare anche il semplice ascolto di un amico, siamo nel “qui e ora”, l’unico posto che “conta” per davvero.
Spero che questo piccolo spunto possa esservi d’ispirazione e come sempre vi auguro una buona settimana e a presto!
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