AGGIORNAMENTI
Cerca
Benessere
13 Maggio 2025 - 14:53
«Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile» ecco, per me, questa frase, attribuita a San Francesco, ha rappresentato davvero un punto di svolta, quando la lessi, qualche anno fa. Per questo, oggi, vi voglio spiegare il perché può essere, per tutti noi, di grande ispirazione e attualità.
Ci troviamo in un periodo di incertezze e sostanziale confusione sia per quanto riguarda i valori generali che personali.
La cultura di massa, promossa da svariati mezzi di comunicazione (social & co), propone stili di vita e modelli improbabili, spesso nocivi. In questo caos generale è difficile capire che cosa conta veramente nella vita e, se siamo genitori o educatori, diventa complicato fornire dei modelli sani.
Spesso non si sa nemmeno più che cosa siano i valori ed è per questo che ci ritroviamo a “viaggiare senza bussola”. Ai nostri nonni, probabilmente, il valore della famiglia, della solidarietà, della spiritualità ecc.. era qualcosa di imposto, accettato e condiviso dalla maggior parte delle persone… ma oggi? Se ci dovessero chiedere quali sono i nostri valori, sapremmo rispondere?
Non intendo soffermarmi su questo argomento ma vi consiglio di dare un’occhiata agli articoli dello psicoterapeuta Luca Mazzucchelli per trovare la risposta ad una domanda che tutti ci dovremmo porre: ma quali sono i miei valori “guida”?
Intanto, vi sintetizzo che i valori sono i motivi per cui, in questa fase della vostra vita, credete che la vita valga la pena di essere vissuta.
Fatta questa premessa… che cosa centra la frase di San Francesco e perché può esserci utile, nella quotidianità?
Ecco, io qualche anno fa ero molto confusa, sopratutto dal punto di vista lavorativo, e dopo aver letto quest’indicazione mi sono data la risposta: comincia con il necessario. Ed è sempre quello che mi chiedo, ancora oggi, quando non so come muovermi e cosa fare: cos’è necessario fare, adesso? Non perdo tempo nell’arrovellarmi sulle cose che potrei fare in futuro, ma sto nel presente e mi metto “al servizio” per fare, nel migliore dei modi, quello che mi viene richiesto di fare in questo frangente.
Vi faccio qualche esempio per spiegarmi meglio… all’epoca non ero convinta del mio lavoro, in uno studio di ingegneria ,e avrei voluto cambiarlo (cosa che poi è avvenuta) ma ho deciso che il mio compito era comunque quello di farlo nel migliore dei modi. In quel momento il mio “servizio” era quello di aiutare le persone che volevano sistemare la propria casa o la propria impresa, magari dovevo lavorando tante ore, magari non era la mansione dei miei sogni, eppure era per questo che mi cercavano ed era “necessario” farlo bene.
Quando cambiai lavoro applicai lo stesso principio e lo faccio ancora adesso per organizzare le mie giornate: comincio con il necessario. Con questo non voglio dire che si debbano tralasciare i sogni e le aspirazioni ma anzi, si parla del necessario “per me”, coerentemente ai miei valori. Se il mio valore è la famiglia vuol dire che sarà necessario per me programmare del tempo di qualità da trascorrere con i miei cari. O se il mio valore è la conoscenza prevederò del tempo per leggere qualche pagina tutti i giorni o se è la bellezza e l’armonia dedicherò parte della mia giornata all’attività fisica.
Questo modus operandi, tante volte, mi chiedo perché non venga applicato anche nelle questioni più “ampie”, come nella politica o nelle attività, in generale.
Perché andare a complicarsi la vita con soluzioni stravaganti quando viene tralasciato il “necessario”?!? Del tipo, che cosa è necessario perché un paese prosperi? Gli aiuti alle famiglie e alle nuove nascite, reali politiche interculturali, per esempio, o cosa sarebbe necessario per rendere i nostri paesi più gradevoli e visitabili? Magari delle strade asfaltate, senza buche? Oppure, che cosa migliorerebbe un’attività di ristorazione? Può essere, fornire delle materie prime di qualità? O se sono un dottore, prendermi cura dei miei pazienti e trattarli con gentilezza?!?
Detto ciò, la mia non vuole essere una polemica ma quello che vedo è che spesso ci “perdiamo in un bicchier d’acqua”, dimenticando ciò che conta… e riconoscerlo è il primo passo per “aggiustare” la traiettoria.
Spero di avervi dato qualche spunto di riflessione e, come sempre, vi auguro un’ottima settimana!
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.