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Benessere
15 Ottobre 2024 - 15:13
Quante volte ci siamo detti (o abbiamo sentito dire da amici & co) “da domani comincio la dieta”, oppure “quando avrò perso quei chili di troppo, allora si che potrò… blah, blah, blah”
Innumerevoli, immagino!!!
Per questo, oggi, vorrei condividere con voi un pensiero che magari vi sbloccherà dai soliti schemi: la dieta miracolosa non esiste! Anzi, dirò di più, è sbagliato mettersi a dieta.
Per spiegarmi meglio è scorretta l’interpretazione che si da alla parola dieta; quasi tutti la pensano come un periodo di restrizione alimentare mentre la parola stessa, che deriva dal greco, significa stile di vita.
Proprio così, mangiare correttamente, per sentirsi bene e avere le energie necessarie per svolgere tutti i nostri compiti, sarebbe la normalità. Non si dovrebbe andare da un nutrizionista/dietologo per perdere peso ma per imparare a mangiare nel modo più funzionale per noi. Siamo esseri unici ed è impossibile che uno stile alimentare possa andare bene per tutti (per questo sconsiglio le diete da “rivista”!!!); è una nostra responsabilità imparare che cosa ci fa stare bene (ovviamente con l’aiuto dei professionisti del settore).
Detto ciò, mi piacerebbe approfondire anche il tema del dimagrimento. Spesso si crede che una dieta possa “instradare” alla perdita dei chili di troppo, ma siamo sicuri che il problema sia l’alimentazione? Siamo certi che imparando a mangiare poi faremmo delle scelte adeguate per noi?
Io sono convinta che, in assenza di patologie, mangiare più del dovuto, con conseguente aumento di peso, nasconda altri bisogni.
Davvero abbiamo il desiderio di cibo oppure é più “fame” d’altro? Voglio dire, che spesso si usano gli alimenti come sfogo a tutta una serie di bisogni repressi… amore, tempo libero, tranquillità famigliare ecc…
Per questo, credo, che nella maggior parte dei casi di sovrappeso sarebbe più opportuno cominciare a lavorare proprio dalla mente, dal mindset.
Chiedersi come stiamo, se siamo felici della nostra vita, se abbiamo tempo per muoverci e coltivare relazioni gratificanti, potrebbe essere un buon punto di partenza (magari con l’aiuto di uno psicologo o psicoterapeuta).
Ho notato che, spesso, curando esclusivamente la dieta si rischia di spostare la dipendenza emotiva al cibo verso altre forme ancora più dannose.
Forse, i medici potrebbero consigliare, quando ci si rivolge a loro per perdere peso, un approccio più olistico che permetterebbe di agire su diversi fronti.
Magro non è bello e neppure sinonimo di felicità, sfatiamo questo mito!
Stare bene, in forma e soddisfatti di sé: ecco dei buoni motivi per impegnarsi a migliorare il proprio stile di vita.
Una delle strade che porta a risultati interessanti (anche impiegata in campo clinico) é la mindfulness, ossia la pratica della consapevolezza.
Lo scopo principale è quello di imparare a prestare attenzione al momento presente.
Se volete provare a sperimentarla in autonomia (male non fa, non preoccupatevi) vi consiglio il libretto di Patrizia Collard “Piccoli momenti di Mindfulness - 10 minuti al giorno per un’oasi di pace in mezzo allo stress”.
Una sezione del libro, particolarmente interessante, tratta della pratica di mangiare con consapevolezza: il mindful eating. Anche questa tecnica, oggi, viene utilizzata in psicologia per la cura dei disturbi alimentari, ma credo che possa essere utile a chiunque decida di non usare più il cibo per risolvere i propri problemi.
Se volete approfondire il tema sul web troverete tantissime informazioni, in ogni caso io consiglio sempre di fare riferimento ai professionisti del settore.
Spero di avervi dato qualche spunto di riflessione anche solo cominciando a chiedersi, la prossima volta che aprirete il frigo, “lo sto facendo perché ho fame oppure ho bisogno d’altro?”
Buona settimana e a presto!
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