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Al Meleto di Agliè, Marina Rota e "Amalia Guglielminetti. L'amore in versi con Guido Gozzano"

La seconda edizione del festival letterario 'Figure dimenticate del Piemonte' è stata dedicata al poeta Guido Gozzano a 140 anni dalla nascita

Al Meleto di Agliè, Marina Rota e "Amalia Guglielminetti. L'amore in versi con Guido Gozzano"

La scrittrice e giornalista Marina Rota presso Villa Il Meleto, la casa-museo di Gozzano ad Agliè tra romantici giardini, ricordi e poesie

Si è conclusa, domenica 10 settembre, presso Villa Il Meleto di Agliè, la seconda edizione del festival letterario 'Figure dimenticate del Piemonte', dedicata al poeta Guido Gozzano a 140 anni dalla nascita. Tra gli autori intervenuti alla manifestazione, la scrittrice e giornalista Marina Rota, con la presentazione del suo libro "Amalia Guglielminetti. L'amore in versi con Guido Gozzano", ha spiccato per le sue capacità e il suo valore intellettuale. Il testo, che si potrebbe quasi definire un romanzo in versi, “narra della passione e dei tormenti del ‘bel romanzo non vissuto’ fra Guido e Amalia”, ha spiegato l’autrice.

Marina Rota autografa "Amalia Guglielminetti. L'amore in versi con Guido Gozzano", il libro con la presentazione di Vittorio Sgarbi e la prefazione di Claudio Gorlier.

Marina Rota, “una donna ricca di fascino, cultura e intelligenza”, come l’ha definita, nella sua prefazione al testo, il compianto intellettuale torinese Claudio Gorlier, è stata introdotta al pubblico dall’editore Ennio Pedrini. Fin da subito, Marina ha coinvolto i presenti tratteggiando – attraverso l’avvincente narrazione del rapporto tormentato che Amalia aveva con il poeta – la fisionomia intellettuale della donna e poetessa (binomio inscindibile), in un contesto storico culturale che, per decenni, l’aveva avvolta nell’oblio. Lei, Amalia, era infatti una donna capace di esplorare la condizione umana e l'individualismo, senza però rinunciare a parlare di amore.

Villa Museo Il Meleto, ad Agliè, la residenza estiva del poeta torinese Guido Gozzano. La costruzione della villa risale alla seconda metà del 1800. Di proprietà del Senatore Massimo Mautino, la villa fu poi donata da quest’ultimo alla figlia Deodata Mautino come regalo di nozze per il suo matrimonio con Fausto Gozzano. I coniugi Gozzano, trasferitisi poi a Torino, utilizzarono la dimora come residenza estiva.

“Le nostre silhouette, in dissolvenza

nell’ombra della villa canavese…

Quante volte, nella corrispondenza, 

rivivremo quel dì; con le sue attese 

e i suoi sogni non vissuti, belli e inquieti,

che popolano il mondo dei Poeti!” 

Così termina una delle bellissime poesie scritte da Marina Rota, in riferimento alle lettere che la poetessa torinese Amalia Guglielminetti scrisse a Guido Gozzano nell’ottobre del 1907, nei giorni successivi alla “piccola visita d’amica spirituale” di Amalia presso la dimora canavesana del poeta, il Meleto. Quelle “silhouette in dissolvenza nell’ombra della villa canavese…” è parso proprio di vederle nel mentre Marina Rota raccontava con passione di Guido e Amalia. Accanto all’autrice, sedeva Monica Guglielminetti, discendente della poetessa la quale, con la sua voce suadente, è entrata nell’animo degli spettatori leggendo alcuni versi della poetessa. Ed è stata subito magia, qualcosa che è andato oltre la semplice corrispondenza epistolare.

Monica Guglielminetti, discendente della poetessa, al Meleto di Agliè insieme alla scrittrice Marina Rota.

Marina Rota ha esposto Amalia nel suo duplice aspetto di donna e poetessa: la sua debolezza, l’amore per Guido, e la forza di affrontare temi come la libertà individuale e l'oppressione politica nel contesto italiano, che l’hanno resa capace di ‘accontentarsi’ di ‘sola’ amicizia in quanto Amalia aveva sì conquistato la stima e l’ammirazione di Guido Gozzano ma non il suo cuore. Il poeta, infatti, nel marzo del 1908, le scrisse: “Perdonami! Perdonami. Ragiono, perché non amo: questa è la grande verità. Io non tʼho amata mai. E non ti avrei amata nemmeno restando qui, pur sotto il fascino quotidiano della tua persona magnifica; no: avrei goduto per qualche mese di quella piacevole vanità estetico-sentimentale che dà lʼavere al proprio fianco una donna elegante ed ambita. Non altro”. 

“Amalia, se Voi foste uomo…”

Foto inedita di Amalia Guglielminetti (sulla sinistra), poco prima della sua morte avvenuta il 4 dicembre 1941 a causa di una setticemia generata da una ferita che si era fatta diversi giorni prima cadendo dalle scale nel tentativo di raggiungere di corsa il rifugio antiaereo dopo aver udito le sirene d'allarme per il bombardamento.
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