Frazione Pogliani, periferia nord della città. Un agglomerato di case diviso a metà, tra quelle che sono sotto Chivasso e quelle che fanno parte di Montanaro. Vicini di casa, di cortile, che appartengono a due comuni diversi. Sarà anche per questo che chi vive qui, in questo ultimo lembo del territorio comunale, si sente “diverso”. Quasi senza una precisa identità comunale, se non quella della frazione. La percezione della diversità, purtroppo non nell’accezione positiva del termine, deriva da diversi fattori. La vicina discarica di regione Pozzo, che cresce sempre di più. Le fogne dalla città che non arrivano fino a qui, in questa campagna a metà sulla strada per Montanaro. Questi sono solo due, forse i principali, motivi che fanno dire a chi vive qui di sentirsi un cittadino “diverso” rispetto a chi sta nel centro di Chivasso o nei suoi quartieri meno periferici. Da qualche mese a questa parte c’è poi un motivo in più perché chi vive ai Pogliani si debba sentire ghettizzato rda chi sta a Palazzo Santa Chiara. L’ultima dimostrazione di quanto agli amministratori chivassesi importi della frazione e dei suoi residenti è un episodio, talmente spicciolo e semplice, che quasi si fa fatica a crederci. Un episodio che può essere riassunto in una fotografia, quella che vedete pubblicata in questa pagina. Non ci sarebbe da aggiungere altro, ad un’immagine che parla da sè. Lo scorso mese di settembre, in via Della Chiesa, in un piazzale sul retro dell’abitazione al civico 1, ha preso fuoco un furgone. L’incendio, domato dai vigili del fuoco, ha provocato non solo danni all’abitazione - che è di proprietà di Orazio Tavano -, ma ha anche distrutto due cassette elettriche. Una di proprietà dell’Enel, l’altra del Comune di Chivasso. Sono passati più di sei mesi da quella notte. Sono state rivolte più segnalazioni all’urp di Palazzo Santa Chiara dai carabinieri prima e da Tavano poi, ma mentre la cassetta elettrica dell’Enel è stata perlomeno messa in sicurezza, quello del Comune è rimasta tale e quale. La scatola aperta, la plastica, le prese e i fili quasi completamente fusi, con i cavi della corrente che, fino a qualche settimana fa, finché hanno retto, continuavano ad alimentare pericolosamente i due lampioni della via. Insomma, quella scatola è lì ,in balìa di qualsiasi bambino o ragazzino che, un po’ per sfida un po’ per curiosità, voglia infilarci le mani dentro. “E’ una situazione incredibile, vergognosa - inforca Tavano -. Ma come si fa a lasciare aperta, per tutti questi mesi, una cassetta elettrica così? Per fortuna che fino ad oggi nessuno si è fatto male!”. E dire che di segnalazioni Tavano ne ha fatte: “Ho chiamato almeno un paio di volte in Comune ma niente, mi hanno detto che sarebbero intervenuti e invece...”. Chissà se il sindaco Libero Ciuffreda, responsabile della sicurezza e della tutela della salute pubblica, sia mai stato informato della situazione. “Sono venuti per sostituire la bacheca comunale, che era stata danneggiata dall’incendio, ma non hanno fatto nulla per mettere in sicurezza la cassetta elettrica - conclude Tavano -. Inoltre, l’inadempienza del Comune sta diventando un problema anche per me. L’assicurazione mi ha già fatto sapere che provvederà a liquidare i rimborsi per i danni che abbiamo avuto, ma finché non avrà tutti i preventivi, non potrà farlo. Ho già passato un inverno con la gronda che scaricava sulla parete di casa mia e sulla strada, ne devo passare un altro così? Sì, perché indovinate un po’ quale preventivo manca...”. Per chi non l’avesse capito, quello dei danni patiti dal Comune di Chivasso per la cassetta elettrica distrutta. GUARDA IL VIDEO
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