Cerca

CHIVASSO. A tu per tu con... Mariano Deidda

CHIVASSO. A tu per tu con... Mariano Deidda

Mariano Deidda

Mariano Deidda, originario della Sardegna ma chivassese d’adozione da molti anni ormai, è musicista, autore e interprete. Rappresenta la musica italiana d’autore. Da anni è impegnato nella trasformazione in musica dei versi dei grandi poeti. In Portogallo, Deidda gode di una fama straordinaria, dopo aver iniziato a cantare i versi del poeta Pessoa. E’ cittadino onorario di Lisbona. Domani sera, mercoledì 19 marzo, dalle 21 al teatrino civico si esibirà in concerto per la prima volta nella “sua” Chivasso. L’Amore secondo Lei. E’ un'avventura che all’inizio funziona perfettamente e riesce a resistere solo se alimentato e tenuto vivo giorno dopo giorno con stimoli nuovi. Ed è così per ogni sentimento, per ogni ambito della vita. Lei ha visto molte città, cosa pensa di Chivasso? Penso che questa città abbia le potenzialità per diventare non solo bella, ma bellissima. Amo camminare tra le sue vie di notte, quando è deserta ed è ricca di particolari, di angoli belli. Credo che sia stato fatto molto e sono certo che con la collaborazione e voglia di fare di tutti si possano fare grandi cose. Se si percorre la strada giusta. La nostra citta la domenica sarà meta di turisti curiosi. Se potesse dare un suggerimento? Mi piace credere nei giovani, dare loro valore. Io darei un pennello in mano ad alcuni di loro e li inviterei a dipingere di colori e disegni gli angoli di degrado della città, come ad esempio la passerella della stazione. Il posto più bello che ha visto? L’Isola di Portosanto nell Arcipelago di Madeira. E’ una Sardegna in miniatura con nove chilometri di spiagge meravigliose. Poi di posti belli ne ho visti tanti. Beirut ad esempio. Ho fatto fatica a lasciare quella città. Ne sono rimasto affascinato. Il regalo più bello che la vita le ha fatto? E’ la vita stessa. Essere nati. Crede in Dio? Non lo so se si chiama Dio. Ma credo in qualcuno che ha creato qualcosa di meraviglioso. L’intelligenza umana è un capolavoro e qualcuno deve pur averla creata. Cos’è la felicità? E’ dare al prossimo. E’ condivisione. E’ accettazione dell’altro. Riconoscenza. Perché siamo tutti così infelici? Perché esiste la crisi è vero. Ma non è quella economica. Se ripercorressimo la storia dall’800 ad ora potremmo renderci conto di quanto stiamo bene. Non ci manca niente. Abbiamo una casa. Abbiamo cibo in abbondanza. Abbiamo vestiti. Abbiamo oggetti di ogni genere. Le banche in Italia sono piene di soldi. La crisi è in Africa. Dove i bambini non hanno acqua da bere. Dove si muore per la fame. La nostra crisi è una crisi di valori, di smarrimento, di angoscia. Abbiamo paura del futuro. E come possiamo uscire da questa crisi? Dobbiamo imparare ad ascoltarci. A guardare dentro la nostra anima. Dobbiamo imparare a riflettere. Il futuro sarà meraviglioso, ma dobbiamo scoprire il tesoro nascosto dentro di noi. Lei nasce come cantautore? Sì, ma il tempo cambia e rivolta tutto. Il mestiere del cantautore non esiste più perché non c’è più niente di nuovo da scrivere. Tutto è già stato detto. E’ per questo che ho deciso di mettere in musica i versi di poeti che hanno scritto delle cose di immenso valore e noi dobbiamo saper cogliere nei nostri cuori le loro parole. Cosa prova quando sale sul palcoscenico e si esibisce in pubblico? La meravigliosa sensazione di non essere terreno. Interpreto l’arte, che è qualcosa di sublime. L’ultimo pensiero della sera. Grazie a Dio anche oggi sono arrivato fin qui. La sua stagione? L’inverno. Niente è paragonabile a un inaspettato cielo azzurro d’inverno e poi c’è la magia della neve. Ci lasci con un verso di poesia. Volentieri. “Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte ciò, ho in mente tutti i sogni del mondo”. Pessoa.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori