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Pastaebbasta

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Il 25 ottobre si celebra la giornata mondiale della pasta. Festeggiamo un’eccellenza simbolo della nostra cucina, cardine di identità e cultura. Versatile, nutriente, gustosa, è uno dei pochi alimenti che mette d’accordo tutti, tant’è che ha conquistato il mondo intero. Si producono milioni di tonnellate di pasta, qui e oltreconfine, anche se la roccaforte della pasta rimane l’Italia, dove se ne fa altissimo consumo.

Storia secolare: si parte dagli etruschi, mille anni avanti Cristo, per arrivare alle prime lavorazioni manifatturiere testimoniate nel IX Secolo in Sicilia. Poi ci allarga in zone dal clima secco e ventilato come Gragnano, Torre Annunziata e diverse aree della Puglia. L’accoppiata vincente con la salsa di pomodoro, squisitamente napoletana, risale alla fine del XVIII secolo, nel mondo si faceva la rivoluzione francese. Anche se le modalità di fabbricazione sono cambiate, il prodotto è rimasto lo stesso, la pasta secca è una miscela di semola di grano duro e acqua, quella fresca viene preparata anche con farina di grano tenero, altra varietà del frumento, il cereale più diffuso al mondo. Da noi, il grano duro è diffuso al sud; quello tenero in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Anche a Settimo se ne coltiva un po’. Dall’alto della scienza nientologica di cui sono padrone, mi converto a chef stellato. Al mutare della forma, cambia la sostanza: superfici lisce, ruvide, porose o rigate, paste corte, minute, pastine, quadrucci, stelline, ditalini, conchiglie, orecchiette, rigatoni e fusilli, ripiene come ravioli e agnolotti; le lunghe si distinguono in lasagne, reginette e pappardelle, cappellini, tagliolini e fettuccine, trenette, linguine, spaghetti, vermicelli e bucatini. Ce n’è per tutti, non ci si stanca mai, ogni piatto è diverso come se, ogni volta, fosse la prima. La pasta è tra i pochi alimenti industriali a non possedere conservanti poiché l’essicazione ne garantisce la naturale conservazione. Tra le principali fonti di carboidrati (100 grammi non conditi producono 349 kilocalorie, 1458 Kjoule), ha due indici di valutazione della bontà: la capacità di mantenersi al dente e il colore dopo la cottura, che deve essere giallo dorato brillante. Il segreto del suo successo in Italia e nel mondo? Semplicità e gusto. È un alimento versatile, che si adatta a un’infinità di condimenti e, soprattutto, piace a grandi e piccini.

Ed è semplice da cucinare. Sono capace anch’io!

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