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05 Luglio 2022 - 01:52
Ezio Zattarin e il masterchef Federico Francesco Ferrero
Questa settimana parleremo dell’appuntamento che a Cavagnolo impegna, per tutto il mese di luglio, commercianti, associazioni, amministrazione comunale e volontari. Stiamo parlando di Confluenze Festival, quest’anno arrivato alla sua terza edizione. Per addentrarci nelle dinamiche di questo evento, abbiamo chiacchierato con uno degli organizzatori, il signor Ezio Zattarin, presidente dell’associazione dei commercianti Cavagnolo.com.
Dopo il grande successo, peraltro non scontato, della prima edizione, e quello della seconda dell’anno scorso, venuto dopo l’emergenza, sulla spinta della voglia che avevamo tutti di ritrovarci e fare festa, quella di quest’anno, che edizione sta venendo fuori?
Mi pare di poter affermare che nell’edizione di quest’anno stia venendo fuori uno spirito collaborativo, uno sforzo di tutti per creare sinergie, puntando lo sguardo al domani, come un investimento a lungo termine.
Diciamolo, Confluenze Festival è un volano non solo per Cavagnolo ma per tutti i comuni limitrofi. A riprova di questo sta il fatto che durante tutto il periodo del Festival, gli altri paesi lascino il loro calendario vacante, per non accavallare altri eventi. E sottolineando questo forte legame tra i paesi, signor Zattarin, lei pensa che Confluenze sia sulla strada giusta o invece abbia bisogno di maggior collaborazioni, che, come sappiamo, non bastano mai?
Ha detto bene, non bastano mai, ma siamo sulla strada giusta. Vede, il primo anno Confluenze è stata una bella sorpresa. Quella dell’anno scorso potremmo anche non considerarla, viste le vicissitudini che ci sono state nei mesi precedenti. In questa edizione invece ci siamo prodigati proprio per far sì che gli sforzi dei singoli potessero confluire in una meta comune.
Per la serata d’apertura a Villa Martini si è esibita la bravissima cantante Claudia Militello. Sabato scorso invece sul palco di Confluenze è salito un grande ospite, un mito della canzone italiana, Eugenio Finardi. Come siete arrivati a questa scelta?
La presenza di Eugenio Finardi è frutto di una sinergia che abbiamo fortemente voluto creare quest’anno. Finardi è salito sul palco di Confluenze grazie alla collaborazione con la Fondazione Monferrato on stage. Siamo lusingati di avere questa importante realtà nell’organigramma dell’edizione 2022 di Confluenze. Questo ci proietta verso nuovi orizzonti.
Quando assisto a questi eventi, dentro me fa capolino sempre una domanda, e cioè chissà da quanto tempo hanno lavorato per organizzare tutto questo mix fatto di spettacolo e enogastronomia? Signor Zattarin, ma quanto tempo è necessario per mettere in piedi una kermesse come Confluenze Festival? Calendario alla mano, quando iniziate a lavorarci?
La verità è che siamo partiti a buttare giù nero su bianco le nostre idee più di sei mesi fa. Per una buona riuscita, c’è bisogno di partire per tempo, stilando un possibile programma, da poterlo sottoporre a tutte le componenti che prendono parte al Festival. Ovviamente un tassello fondamentale è il budget a disposizione, ma quello è un elemento che viene definito nel tempo. Il primo passo ogni anno è una domanda che ci poniamo: cosa vogliamo che sia Confluenze quest’anno?
Penso che allestire, logisticamente e nella pratica, un festival importante come questo, sia un lavoro complicato, viste le tante realtà che entrano in gioco, dove ogni elemento deve amalgamarsi con gli altri, come in un’orchestra, per far si che il risultato finale sia perfetto. Signor Zattarin, ha voglia di raccontarci quali sono state e sono le difficoltà che si incontrano nell’organizzare Confluenze?
Diciamo che mettere in piedi Confluenze è un impegno molto gravoso, ma proprio per questo ci spinge con passione ad affrontare gli sforzi che abbiamo davanti per la sua realizzazione. Non le nascondo che il budget è un punto basilare, anche solo per capire fin dove ci si potrà spingere. Ma altrettanto importante è avere le idee chiare su ciò che si vorrà realizzare. Per utilizzare una similitudine, è un cane che si morde la coda; prima di formulare un programma bisogna capire il budget a disposizione ma senza un programma non si possono trovare finanziamenti. Insomma, per realizzare le idee servono soldi, che vanno trovati proponendo le idee.
Signor Zattarin, cosa si aspetta da questa terza edizione di Confluenze Festival?
Più che aspettarmi qualcosa di preciso, diciamo che vorrei vedere il frutto di tanto lavoro, di tanti sforzi, che tutti gli organizzatori, i commercianti, l’Amministrazione, i volontari hanno fatto da tempo. E ovviamente, vorrei che tutte le persone che verranno a Confluenze, si divertano trascorrendo spensierate queste serate di festa.
Le pongo la stessa domanda che faccio a tutti i miei intervistati per chiudere la chiacchierata, con l’intenzione di lasciare un seme sul terreno. Signor Zattarin, ci faccia una confidenza, qual è il suo sogno legato a Confluenze Festival?
Il mio sogno vuole sapere? Più che un sogno è proprio un reale compito. Dobbiamo imparare a volgere lo sguardo al futuro, provare a progettarlo, proiettandoci almeno nei prossimi cinque anni, insieme alle associazioni e ai cittadini e a tutto il territorio. Dobbiamo essere una squadra, nella quale ognuno conserva la sua unicità, mettendola a disposizione per un obiettivo comune, cioè quello di portare Confluenze Festival a livelli sempre più alti. Dobbiamo creare legàmi, sviluppare rapporti e far nascere collaborazioni; del resto, il festival si chiama Confluenze, e questo termine dobbiamo prenderlo come un imperativo. Mi lasci ringraziare l’amministrazione comunale di Cavagnolo che ha creduto in noi, affiancandoci nell’organizzazione del Festival. Un grazie a tutte le associazioni presenti a Confluenze per la collaborazione. E un grazie di cuore lo devo a tutti i volontari dell’associazione Cavagnolo.com, per aver donato il proprio tempo a questa manifestazione, con una passione grande e una dedizione unica che questo Confluenze Festival merita. E questo spirito collaborativo, che siamo riusciti, con l’aiuto di tutte le realtà che partecipano al Festival, a mettere in campo, mi da la giusta forza per rituffarmi al più presto in Confluenze 2023.
E dunque, è sulla scia di questo spirito fatto di collaborazione, che vi invito a ritrovarci tutti in piazza a Cavagnolo per Confluenze Festival; per sostenere una grande manifestazione del nostro territorio, per assistere agli spettacoli, per festeggiare e divertirci, per assaporare le squisitezze culinarie, e, cosa più importante, per sentire quella gioia che ci pervade quando tutti insieme proviamo a essere spensierati.
W Confluenze Festival.
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