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SETTIMO. La favola di Cappuccetto Rosso sul Freidano

SETTIMO. La favola di Cappuccetto Rosso sul Freidano

Annamaria Gilardi vicino alla scultura in legno

Anche Settimo ha il suo Cappuccetto Rosso. È quello che ha realizzato Annamaria Gilardi, 75 anni, pensionata, ex impiegata a L’Orèal, decorata con l’onorificenza di maestro del lavoro per suoi 41 anni di attività lavorativa e “volontaria del verde” a Settimo. Ha un figlio e un nipote. Nella sua cascina lungo le sponde del Rio Freidano, le fanno compagnia tre cani, quattro gatti, trenta galline, diciannove mucche e un numero illimitato di anatre. Sono anni, e più precisamente dal 1997, che si occupa del tratto della ciclabile che parte da via Gribaudia e arriva ai campi da tennis del Sirio, abbellendolo con creazioni artistiche di diverso materiale, vasi di fiori, piantine ed etichette che narrano il nome e le peculiarità di piante e alberi del percorso. C’è anche un libro, esposto all’ingresso della sua cascina e visibile a tutti, che si intitola “Benvenuti sulle sponde del Freidano” e raccoglie foto ed informazioni storiche e naturalistiche. In questi giorni ha realizzato, con un tronco tagliato di un salice piangente, un Cappuccetto Rosso che sta diventando un punto di attrazione per runner, ciclisti e famiglie.

Annamaria come le è venuto in mente di realizzare un Cappuccetto Rosso?

È stato per dare un tocco di colore a una bellissima zona del nostro verde. Per me questo parco è bellissimo e mi piace pensare che le persone, compresi i bambini, possano trovare interessante e affascinante non solo camminare o andare in bici, ma godere della natura. Comunque, prima volevo realizzare il messicano della famosa caffettiera, ma poi il tronco era più consono a un Cappuccetto Rosso all’interno del bosco fiorito, e così è stato.

Perché proprio Cappuccetto Rosso?

Perché con la sua simpatia può accompagnare tutti per un breve tratto della ciclabile e può fare compagnia ai settimesi.

Sono anni che lei si occupa dell’abbellimento della ciclabile che parte da via Gribaudia. Perché lo fa?

Perché mi piace e mi diverto. Con la buona volontà, il rispetto e la fantasia si possono fare tante cose belle per il nostro territorio. I miei familiari si lamentano perché spendo tempo e soldi, ma a me piace. Anche mio marito, mancato un anno fa, mi chiedeva  sempre perché lo facessi e io gli ho sempre risposto: perché vivere in un territorio bello ti arricchisce e ti rincuora. Adoro quella che io chiamo “la mia ciclabile”, è una parte della mia vita.

Perché suo marito la sgridava? 

Perché ha sempre detto: tu fai tanto per la collettività e per il comune e gli altri fanno poco per te. Però io sto bene e anche la “finestra sulle mucche”, un posto dove si possono osservare le mie diciannove mucche, è una chicca e mi fa piacere quando ci sono dei bambini che si fermano. È diventata un’attrazione ed è la mia gioia.

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