Leggo l'interessante notizia che riguarda uno spettacolo teatrale studentesco eporediese di 210 anni fa, e non posso fare a meno di intervenire per farne carne di porco. Sto parlando della pièce recitata nel 1811 in onore di August Jubé, Prefetto del Dipartimento della Dora nel periodo napoleonico. Quello che balza subito agli occhi, è l'impressionante similitudine della sua vita, in quanto incorniciata da una perentoria carriera militare e politica, paragonata ad un ufficiale e politico eporediese che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi anni, almeno quelli in cui la Borgonzoni non ha più letto alcun libro. La somiglianza è tale, da indurre nella tentazione di costruire una apposita "Vita parallela" dei due personaggi, alla maniera di Plutarco, se non fosse che io con le parallele sono sempre stato estremamente imbranato, e nondimeno con la cavallina, sotto tutti i punti di vista, ma questa è un'altra storia. August Jubé nacque a Dourdan nel 1765, quindi quasi esattamente duecento anni prima del nostro rinomato conterraneo, roba da far gridare alla reincarnazione. Aderì alla rivoluzione francese, così come il nostro a quella berlusconiana, presto entrambi divennero generali, e al tempo stesso sostennero la carriera politica di due italiani piccoletti, ma estremamente ambiziosi. Nel 1807 il piccoletto italiano naturalizzato francese nominò August prefetto, e questa è la parte di carriera che manca al nostro contemporaneo, ma ormai la strada è tutta in discesa. Certo, oltre a questo manca pure il titolo nobiliare: August Jubé nel 1810 venne nominato barone de la Perelle, ma non volete che il nostro venga nominato conte di Parella??? Negli ultimi anni di vita Jubé si dedicò alla scrittura di libri, e anche il nostro, se non proprio libri, altisonanti proclami! Il transalpino ebbe anche tempo di conoscere Alessandro Manzoni, e del nostro non sappiamo, ma amiamo immaginarlo preso dalle misurazioni di tre metri in tre metri insieme al mitico Federico Moccia! August Jubé protestò vigorosamente per il fatto che le istituzioni eporediesi indugiassero troppo nello spostare il cimitero fuori città, e il nostro in un certo senso si è impegnato con solerzia per paura che Ivrea diventasse un mortorio, organizzando marce, eventi, celebrazioni anche quando le condizioni sanitarie le rendevano improvvide. Il Francese fece costruire il lungo rettilineo che collega Caluso a Chivasso, e l'eporediese ci consente di percorrerla in tranquillità, evitando gravi spese in caso di incidenti; evitandole, forse. Che altro dire? Forse che August Jubé non ebbe la fortuna di essere supportato da personaggi del territorio altrettanto validi (l'autore dell'opera teatrale che lo celebrava era chierese). E invece il nostro ha intorno personaggi leggendari come Gigno Vinia, che lo accompagna in festose scorribande nel mondo della tofeja, Georgia Popolo che lo intrattiene con Presepi allegri e vivaci quanto una conferenza stampa di Draghi, Anna Malo che si esibisce nel ballo delle sette mascherine... un autentico paradiso terrestre! Va da sè che poi c'è Balzola che gli assicura il saluto militare. Ah, dimenticavo di dirvi che lo spettacolo si intitolava "Il compleanno rispettoso omaggio d’auguri degli alunni del collegio d’Ivrea ad Augusto Jubé, barone della Perella, Prefetto della Dora”. Beh, se non ve lo dicevo io, voi mica me lo chiedevate! Che mondo! Che Gente! Ve lo meritate Draghi!
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