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10 Febbraio 2021 - 11:53
Le celebrazioni per il giorno della memoria con i bambini dell’elementare di Castagneto
Il giorno della memoria, l’Amministrazione di Castagneto, lo ha celebrato con gli allievi della scuola elementare M. Vogliotti, come ogni anno. Da dove partire, d’altra parte, per inculcare il seme della non violenza, se non dai bambini che hanno nelle loro mani il futuro dell’umanità? Di diverso, rispetto agli anni precedenti, c’era che non ci si poteva riunire, per ovvie ragioni sanitarie, al Parco della Rimembranza, come d’abitudine, e così l’evento si è svolto nel cortile della scuola, tutti velati con le ormai inseparabili mascherine. Gli alunni hanno accolto il Sindaco e la Consigliera con delega all’istruzione Sonia Allesina con dei pensieri a tema, in cambio hanno ricevuto il libro “La stella che non brilla - La Shoah narrata ai bambini”, di Guia Risari, scrittrice milanese con una specializzazione in Modern Jewish Studies ottenuta presso la Leeds University e una tesi sull’antisemitismo italiano. Nello stesso giorno il sindaco Danilo Borca ha consegnato una medaglia d’onore, in memoria del Caporale Maggiore Eligio Ghiosso, catturato dai tedeschi a Vercelli il 10 settembre 1943 e internato nello Stalag IVB di Muhlberg, campo di lavori forzati in Germania, dal quale fuggirà due anni dopo per tornare in Italia, a piedi, lungo un viaggio durato un anno, tra la fame e il rischio di essere ricatturato. L’onorificenza è stata ritirata dal figlio, Ennio Ghiosso, che ha commentato: “Dopo il ’43 (il 3 settembre 1943 l’Italia firmò l’Armistizio con gli Alleati N.d.r.) i soldati italiani vennero visti come dei traditori dai nazisti, molti vennero fatti prigionieri e usati come forza lavoro. Mio padre, dopo due anni di prigionia riuscì a scappare da Muhlberg. La prima notte di fuga si ritrovò a Dresda, durante il bombardamento degli inglesi e fu costretto a ripararsi con delle lamiere per attendere che finisse. Spinto dalla fame, in seguito finì nella casa di un tedesco che non approvava il regime nazista, vi restò per circa tre mesi facendo dei lavori di campagna in cambio di vitto e alloggio”.
Che rapporto aveva suo padre con quel ricordo?
“Mio padre non amava molto parlare di questo argomento, si era fatto togliere il numero dal braccio perché si era sempre considerato un uomo libero.” I ragazzi della Vogliotti hanno posato delle pietre d’inciampo intorno al Discorso all’umanità pronunciato da Chaplin ne “Il grande dittatore” del 1940, “L’odio degli uomini”, si legge a un certo punto, “scompare insieme ai dittatori”, una verità sempre fresca, in ogni tempo, nonostante i suoi ottant’anni.
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