Cerca

TORRAZZA. Ampliamento discarica: il Comune dà l’incarico ad un legale

Con delibera n. 80 del 12 ottobre, la giunta comunale di Torrazza, guidata da Massimo Rozzino incarica un avvocato di assisterla in giudizio nel ricorso al TAR presentato dalla società “La Torrazza”. All’inizio di settembre la società aveva infatti depositato un ricorso presso il Tribunale Amministrativo del Piemonte: un ricorso contro la decisione di Città Metropolitana di respingere il progetto di ampliamento della discarica mediante la realizzazione della “cella 9”.

Il ricorso, si legge nella delibera, è “contro” Città Metropolitana ma anche “nei confronti” del Comune di Torrazza. Il legale incaricato è l’avvocato Alberto Savatteri di Torino. Per la sua parcella il Comune impegna 7.295 euro.

Come ricorda la delibera di giunta, l’avvocato Savatteri aveva già assistito il Comune dopo che nell’aprile 2017 “La Torrazza” aveva depositato il progetto di ampliamento. In proposito, nella delibera si legge che all’avvocato era stato affidata “la preposizione di ricorso, nelle sedi giudiziali opportune, avverso il progetto e l’istanza presentati dalla società La Torrazza”.

Questa frase suscita un interrogativo: quale “ricorso in sede giudiziale, cioè in un tribunale”? Generalmente si presenta ricorso contro una deliberazione o determina di un ente autorizzatore. Ma allora, nel 2017, nessun ente autorizzatore, tantomeno Città Metropolitana, aveva ancora assunto una decisione definitiva. Questa decisione è arrivata solo nel giugno 2020, allorché l’ente metropolitano ha respinto il progetto di ampliamento.

Nel 2017, invece, la società aveva appena depositato progetto e istanza. Ma contro un progetto e un’istanza non c’è alcun ricorso da presentare in sede giudiziale. Quindi, quale ricorso avrebbe predisposto l’avvocato Savatteri? E quanto avrebbe speso il Comune per la sua parcella? A noi risulta che l’avvocato era presente alla conferenza dei servizi del giugno 2017 ad assistere il sindaco, Marinella Bracco e Annamaria Memmo. La sua presenza si ricava dal verbale della conferenza. Non ci risulta che abbia pure predisposto un ricorso.

Tornando alla costituzione in giudizio da parte del Comune, il sindaco fa bene a difendere il territorio dall’ennesimo carico ambientale. Come ha rilevato Città Metropolitana, la nuova “cella 9” della discarica si avvicinerebbe fino a trecento metri dalle case, in un territorio già ambientalmente tanto compromesso.

Tuttavia la mossa del sindaco Rozzino è tardiva. Per scongiurare un nuovo ampliamento il sindaco avrebbe dovuto, fin dalla sua prima elezione nel 2014, predisporre una variante di piano regolatore che mutasse la destinazione d’uso dei terreni circostanti la discarica.

Non l’ha fatto e ora i torrazzesi potrebbero pagare le conseguenze della sua inerzia.

Non avendo fatto quella variante, il sindaco è venuto meno alla promessa, contenuta nel programma elettorale, di adottare “nuove norme comunali atte a dissuadere nuovi insediamenti potenzialmente dannosi al territorio e all’ambiente”. 

Purtroppo, niente di nuovo. In sette anni di mandato, il sindaco di parole a difesa dell’ambiente ne ha pronunciate tante: ma i fatti sono stati pochi. Non solo ha mancato di adottare queste “nuove norme comunali”.

Non ha neanche contrastato il progettato arrivo dello smarino, anzi ha sollecitato TELT a predisporre in fretta il progetto. Non si è opposto al trasferimento dell’impianto del bitume più vicino alle case del centro. Non ha fatto alcuna variante di piano per evitare che un giorno le cave di argilla dismesse vengano trasformate in discariche. Parole tante, fatti pochi, molto pochi, quasi nulla.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori