Cerca

CHIVASSO. Ciclabile in collina? Negli anni tanti progetti e zero opere...

CHIVASSO. Ciclabile in collina? Negli anni tanti progetti e zero opere.... Quanti sono i progetti di pista ciclabile della collina già esistenti e in attesa di venire realizzati? Parliamo di progetti che utilizzerebbero in parte percorsi esistenti e che soprattutto non prevedono di plastificare i binari della Chivasso – Asti. Quanti sono ve lo diciamo noi, che seguiamo la vicenda dolorosa della ferrovia collinare da anni: sono almeno tre. Redatti nel decennio in corso e presentati dal 2013 al 2018. Tutti in sponda destra del Po, lungo la collina, mentre il tracciato VEN-TO da Chivasso a Crescentino è in sponda sinistra. Tre progetti: perché allora dovremmo pagare con soldi pubblici un quarto progetto, quello che è aleggiato nell’incontro a Cocconato fra l’assessore regionale Marco Gabusi e i sindaci dei Comuni da Chivasso a Brozolo? Primo progetto Primo progetto. Il servizio ferroviario della Chivasso - Asti era sospeso da due anni. Il 14 giugno 2013 il Parco del Po, la Facoltà di Architettura e i Comuni di Lauriano, Brusasco, Cavagnolo, San Sebastiano, Verrua, Monteu organizzano nel salone polivalente di Lauriano la presentazione del progetto di laboratorio “Un bicigrill in muratura strutturale lungo la ferrovia Chivasso – Asti”. Fra i promotori Beppe Bava, presidente del Parco del Po e della Collina Torinese, e Matilde Casa, allora come adesso sindaco di Lauriano, che ora sostengono il quarto progetto ideato a Cocconato. Cos’era questo progetto e annesso bicigrill? Tre professori di Architettura, Chiara Occelli, Riccardo Palma e Mario Sassone, insieme ai loro allievi, avevano disegnato una pista ciclabile da Chivasso a Verrua e Brozolo. A metà del tracciato la stazione di Lauriano, da utilizzare anche “bicigrill” per le soste dei cicloturisti. La pista avrebbe potuto venire realizzata sia sui binari, sia esternamente ad essi in parte lungo il canale Gazzelli: il canale irriguo che parte del Po all’altezza del Ponte di Chivasso, sottopassa la SP 590 della Valle Cerrina e prosegue in direzione Est tra il Po e la collina. Costruito fra il Settecento e l’Ottocento, irrigava la piana di San Sebastiano e alimentava le sette ruote per la macinazione del Mulino Nuovo. Gli studenti di architettura affissero i loro disegni sulle pareti del salone polivalente di Lauriano e illustrarono ai visitatori le caratteristiche del progetto. Casa e Bava facevano gli onori di casa. Gli studenti avevano lavorato gratuitamente, ma la progettazione aveva coinvolto diversi soggetti pubblici – Parco del Po, Architettura e Comuni - e qualche soldino sarà pur costato. Che fine ha fatto quel progetto? Non lo sappiamo e non ne abbiamo più sentito parlare. Secondo progetto

Secondo progetto, quello del 2016: “Via del Monviso-Ciclovia dalle sorgenti del Po a Verrua Savoia”. Dopo una lunga gestazione, nel marzo 2016 la Regione bandisce un concorso per finanziare con un milione di euro dei progetti di pista ciclabili, in tutto il territorio del Piemonte. Il Comune di Moncalieri - dove era assessore Laura Pompeo, riconfermata pochi giorni fa - concorre con l’idea progettuale “Via del Monviso-Ciclovia dalle sorgenti del Po a Verrua Savoia”. L’idea viene approvata, insieme ad altre dieci, dalla Regione, che assegna a Moncalieri 50.000 euro per finanziare l’elaborazione dello studio di fattibilità. Mediante un bando di gara il Comune affida la redazione dello studio all’architetto Paolo Castelnovi e lo manda alla Regione alla fine del 2016. A questo punto, Moncalieri e altri quattro Comuni, vinto un altro bando, riescono ad andare avanti fino alla progettazione del loro tratto di ciclovia: ne parliamo più avanti nell’intervista a Castelnovi. Nel tratto fra Chivasso e Verrua invece, a quanto ci risulta, temporaneamente tutto si ferma. Mario Corsato, che allora era sindaco di Cavagnolo, ci racconta di aver proposto ai Comuni di autofinanziare la progettazione. Corsato ha terminato il mandato di sindaco due anni fa e ha perso le tracce della sua proposta.

Terzo progetto Terzo progetto, quello del 2018: “Pista ciclabile tra Chivasso e Verrua Savoia lungo il Canale Gazzelli con diramazione su Casalborgone e Brozolo”. Con la Delibera di Giunta n. 114 del 22 maggio 2018 il Comune di Chivasso approva un protocollo d'intesa per la predisposizione di uno studio di fattibilità tecnica e ed economica della ciclovia. Costo 5.000 euro. Anche questa pista non passerebbe sui binari, ma sfrutterebbe parzialmente strade e sentieri esistenti. La delibera della giunta chivassese fa seguito a “numerosi incontri” con gli amministratori dei nove comuni collinari che condividono l’intento: Brozolo, Brusasco, Casalborgone, Castagneto Po, Cavagnolo, Lauriano, Monteu da Po, San Sebastiano da Po e Verrua Savoia. Sostenevano quel progetto, del quale tanto per cambiare si sono perse le tracce, pure i sindaci Bava, Casa e Gavazza: gli stessi che ora sono favorevoli all’ennesimo progetto di pista ciclabile, quello della plastificazione dei binari, ideato questa estate a Cocconato con l’assessore Gabusi. Questi sindaci si sono dimenticati dei progetti precedenti? Vogliono fare una pista ciclabile o un progettificio? INTERVISTA AL PROGETTISTA DELLA CICLABILE MONCALIERI – VERRUA L’architetto Paolo Castelnovi, con studio in Torino, è l’autore dello studio di fattibilità “Dalle sorgenti del Po a Verrua Savoia” proposto dal Comune di Moncalieri e premiato nonché finanziato dalla Regione.  Conosce bene Chivasso. Due anni fa ha partecipato al convegno della Mandria, insieme ai sindaci della zona. Ci spiega alcuni dei principi in base ai quali progetta piste ciclabili. In primo luogo si debbono utilizzare le strade e i percorsi esistenti, come le tante strade di campagna che circondano i nostri Comuni. Dopo averle sistemate e rese adatte al traffico ciclistico, queste strade vengono collegate l’una con l’altra realizzando i tratti mancanti. Si spende poco e si si favorisce l’uso della bici per lavoratori e studenti. In secondo luogo le ciclabili così realizzate debbono integrarsi con le ferrovie. Perciò l’architetto è contrario a realizzare le ciclabili sul sedime dei binari. Le ferrovie locali vanno conservate per giungere ad offrire ai pendolari percorsi misti bici – treno. L’architetto ci parla di un’altra pista ciclabile, in fase avanzata di realizzazione, che ha progettato in base ai principi enunciati. Collegherà cinque Comuni: Chieri, Moncalieri, Trofarello, Santena e Poirino.  Nel 2017 la Regione aveva avviato il programma di interventi “Percorsi ciclabili sicuri” per la messa in sicurezza dei ciclisti sulla rete stradale urbana ed extraurbana. Interventi in parte finanziati dalla Regione e in parte dai Comuni. I cinque Comuni hanno partecipato al bando regionale col progetto “Ciclabili sicure tra Chieri e Po”. Esso prevede – leggiamo le dichiarazioni di un amministratore di Santena - interventi “per il completamento e la messa in sicurezza di una rete di ciclovie, adatte all’uso quotidiano che consentano in sicurezza di accedere dai luoghi di residenza, alle stazioni ferroviarie e ai maggiori poli attrattori, mettendo in rete i tratti di pista ciclabile già realizzati ma privi di continuità». Il costo complessivo ammonta a due milioni e mezzo di euro. La quota massima di finanziamento regionale è del 60%: il resto è a carico dei Comuni. L’opera sarà appaltata nell’aprile 2021 e l’architetto Castelnovi si augura che potrà venire inaugurata nella primavera del 2022. Tornando alla ciclovia “Dalle sorgenti del Po a Verrua”, l’architetto osserva che Chivasso è centrale nel progetto, proprio perché è un nodo ferroviario che si integrerebbe bene con una rete di piste ciclabili. Un nodo ferroviario nel quale si incrociano le linee Torino – Milano, Torino – Aosta, Chivasso – Casale e appunto la Chivasso – Asti, i cui binari debbono quindi essere assolutamente preservati in vista di una auspicabile ripresa del servizio ferroviario. piero meaglia (scritto il 2 ottobre 2020)    
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori