Anche in questo anno difficile sabato 25 luglio, l’Anpi si è ritrovata a Issime per ricordare i caduti della “Battaglia del Lys” nella valle di Gressoney in Valle d’Aosta . Ed è stato un momento di raccolta ideale attorno ai nomi e ai fatti che furono la Resistenza al nazifascismo. Valle d’Aosta, Biellese e Canavese scrissero pagine indimenticabili di quella Storia che non dimenticheremo mai. La cerimonia è stata preceduta da una messa in ricordo di Gino Pistoni, partigiano di Azione Cattolica, presso il cippo di Tour d’Hereraz, officiata da Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo Emerito di Ivrea (coetaneo di Gino Pistoni). Scrive Don Piero Agrano di Pistoni: “Il valore di una testimonianza, come quella di Gino, è come il veder puntato un dito verso ciò che supera attese ed interessi solo immediati: l’impegno nella lotta partigiana, per un Paese più giusto ed in pace, il soccorso prestato ad un nemico ferito, il testamento scritto con il suo sangue, con l’estremo atto di fede e di offerta … sono una sequenza di atti che trovano senso in una costellazione di valori più alta, di quelle a cui abitualmente guardiamo”.
Il racconto di quel 25 luglio del 1944.
È un’estate di fuoco e saltano i binari della ferrovia per Aosta. Meno treni passano, meno carbone scende, meno acciaio arriva dalla Cogne, meno armi ci saranno e questo vuoi dire anche meno morti, meno guerra. Vuoi dire affrettare la fine della tragedia che sta divorando tutti. Siamo nell’estate del 1944 e, in una riunione all’Alpe Maletto tra i partigiani della Bassa Valle e quelli del vicino Biellese, prende corpo un’idea ambiziosa: liberare l’intera Valle del Lys e creare una grande zona libera dall’occupazione nazifascista con il vicino Biellese. È il 17 luglio e comincia la fase di preparazione e di organizzazione: bisogna isolare la Valle facendo saltare i ponti, è necessario ammassare i viveri per rifornire la vallata nel periodo del blocco: 100 quintali di farina, 25 di sale, 5 di tabacco, 72 forme di formaggio da trasportare con muli ed autocarri. L’attacco è stabilito per il 25 luglio, una data significativa per la sconfitta del fascismo: esattamente un anno prima Mussolini aveva perso il suo potere ed era stato arrestato, anche se in seguito a varie vicende riprenderà il comando a fianco dei tedeschi. Alla sera del 24 e nella notte del 25 inizia l’azione concordata tra i vari reparti, ma il piano non si realizza in modo completo. Il ponte di Rechanté salta in aria, ma alcuni reparti partigiani che dovevano impedire l’accesso alla vallata sul lato destro del Lys sono rimasti bloccati dalle forze nemiche e non possono proteggere adeguata mente i compagni, che si ritirano dopo l’esplosione. Mentre i presidi di Lillianes e Issime vengono attaccati, i nazifascisti fanno affluire rinforzi e riconquistano le posizioni perdute. Il bilancio complessivo dell’operazione nella Valle del Lys è imponente: tredici morti e quaranta feriti tra i partigiani; un centinaio di morti, centoquarantacinque feriti, ventisei prigionieri tra le forze nazifasciste.” Negli scontri della battaglia della Valle del Lys perdono la vita i partigiani: Erminio Angelin-Duclos, Giovanni Borsato, Giovanni Champurney, Enzo Dellamontà, Francesco Ferrari, Germano Manfredi, Martinetto Robino, Luigi Molinaro, Romeo Mucciarelli, Libero Neyvoz, Molfo Palugan, Leslie Parker, Gino Pistoni, più un Caduto rimasto senza nome.
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