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03 Giugno 2020 - 16:26
Su “La Nuova Periferia” di mercoledì 3 giugno il consigliere di maggioranza Alberto Baesso ribadisce quanto già affermato nel consiglio comunale di venerdì scorso: esprimendo parere favorevole all’arrivo dello smarino a Torrazza, l’amministrazione guidata da Massimo Rozzino e i consiglieri di maggioranza hanno accettato un compromesso per il bene della comunità.
Ma se Baesso era disposto ad accogliere un compromesso, perché nel maggio 2019 non lo ha annunciato già allora ai torrazzesi? Perché invece ha condotto la campagna elettorale all’insegna del No allo smarino, alla “scellerata” ipotesi della deponia dello smarino, di un NO senza se e senza ma?
Rozzino e Baesso potrebbero replicare: la proposta di un compromesso accettabile ci è giunta dopo le elezioni del maggio scorso. Ma anche questa giustificazione lascia dei dubbi. In realtà, come ormai sappiamo, già nel 2018 il sindaco Rozzino scriveva a Telt di mandare rapidamente al Comune il nuovo progetto affinché il sindaco, dopo averlo esaminato, potesse eventualmente approvarlo. Dunque già l’anno prima delle elezioni il suo sindaco negoziava o interloquiva con Telt in vista di un eventuale compromesso. Baesso lo sapeva o non lo sapeva? Se lo sapeva, ha raccontato una frottola agli elettori, e vogliamo escludere questa ipotesi. Se invece non lo sapeva, perché non ne sapeva nulla? Perché il candidato a sindaco Rozzino non gliel’aveva detto? In questo caso Alberto Baesso può ancora fidarsi del suo sindaco?
La questione del “compromesso” apre un’altra questione di trasparenza: dove sta questo compromesso? In quale documento viene con precisione definito? Esiste una convenzione, un documento firmato davanti a un notaio? Se esiste qualcosa di simile, Baesso ce lo mostri. Se invece non esiste, allora il famoso “compromesso” accolto per il bene del paese è scritto nel vento.
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