Per chi ha valore l’ambiente e la natura? Una regione come il Piemonte, con epicentro Torino, la quale sta cercando con grande difficoltà una nuova collocazione e dimensione lavorativa ed economica, soprattutto in chiave turistica ecco che si manifestano i “nuovi” solutori della grande crisi: la Lega Salvini del consiglio regionale che tra i vari consiglieri, annovera anche un nostro rappresentante locale, eletto nel nostro territorio ovvero tal Gianluca Gavazza di Torrazza Piemonte, persona che ricordavo piuttosto attenta all’ambiente, insieme al suo gruppo propongono le loro nuove idee di sviluppo turistico piemontese: il libero sfogo all’eliski su tutto il nostro arco alpino. Azione brillante e di lungimiranza per un vero e proprio turismo di massa dalle notevoli ricadute economiche per tutti gli operatori turistici, compresi i venditori di apparecchi acustici che inventeranno lo strumento per non farci sentire il rumore degli elicotteri … Immagino le frotte di turisti che si accalcheranno sugli eliporti distribuiti nelle testate di valle, in un territorio comunque, dove lo stipendio medio mensile per chi lavora è inferiore a 1000 euro, ma che da una probabile indagine di mercato dei salviniani, potrebbero essere ben disposti a spenderli in un giorno per una gran sciata. Ma forse la vera idea è quella di attirare un turismo esclusivamente abbiènte proveniente da ogni dove del mondo anche se poi in realtà l’eliski dispone di una capacità attrattiva molto, molto ridotta se non ridicola, ovviamente per gli altissimi costi e l'elevata pericolosità. Basta vedere quanti pochi elicotteri volano in località bene organizzate per tali attività, le quali oltretutto sono in grado di offrire ospitalità e confort di alto livello, come ad esempio Cervinia. C’è qualcosa dietro che noi umili frequentatori ed appassionati di montagna non capiamo... L’Italia, con possibili scelte di questo genere, ancora una volta si rivela il solito paese dei balocchi alla merce di tutti pur di far quattrini per pochi. Laddove nella maggior parte dei paesi europei, gli ambienti naturali e selvaggi sono protetti e rispettati, qui da noi si permette di tutto: motociclette sui sentieri alpini, jeep in ambienti di alta montagna, costruzione di nuove strade in quota per la fruizione di pochi, costruzione ed ampliamenti di improbabili impianti da sci in località dove la neve la si dipinge sui vetri delle case, e per non perdere il "vizio", ora ci si inventa anche l’eliski. Non è casuale che spesso ritroviamo nel nostro territorio un turismo imbarbarito, spesso straniero e non rispettoso ma per il semplice fatto che qui tutto è concesso e nessuno è mai punito. Invece di tutelare od incentivare un turismo consapevole ed eco-sostenibile noi dilapidiamo energie, non solo ambientali, per questa ennesima trovata dalla capacità di tornaconto limitato a pochissime operatori. Il problema neve è ben più serio, ovvero in un territorio dove il turismo generato dallo sci da discesa diventa una risorsa economica sempre in maggiore regressione, per ovvi motivi di cambiamento climatico, arrivano i salviniani a portare la loro nuova idea per sciare sulle nostre, per gran parte, incontaminate Alpi. Pensiamo al grande sforzo comune, che stanno facendo associazioni come il CAI con tanto volontariato nella manutenzione dei sentieri alpini, le Comunità Montane, i Consorzi di Operatori Turistici, le Guide Ambientali e anche tanti piccoli Comuni di montagna, i quali tutti insieme, si stanno prodigando da anni per creare nuove forme di turismo più consone al nostro territorio, abbracciando i nuovi concetti di wilderness, con azioni mirate a mantenere la natura incontaminata (e anche silenziosa), che proteggono la flora e la fauna, che incentivano l’escursionismo estivo ed invernale (che possiamo definirla una nuova forma di turismo ad emissione quasi zero), che tutelano il patrimonio etnografico e culturale e ancora altro. Invece viene proposto l’opposto di tutto questo e solo, come torno a dire per il benessere di pochi, ma con il conseguente disagio di tanti. Ma quando vengono affrontati temi di questo genere e proposte di questo tipo, mi domando se esistono tra i proponenti esperti o conoscitori della montagna e dei tessuti alpini? O perlomeno è stato interpellato qualcuno di competenza provata? In un’ipotesi da ben pensante, chi propone cose di questo tipo, probabilmente conosce la montagna solo per sentito dire e per essere andato fin dove arriva la propria macchina in una qualche località turistica dotata di ristoranti. Forse la maggior parte di coloro che propongono cose di questo tipo, non sanno che oltre l’ultimo paese di fondovalle esiste tutto un mondo di natura incontaminata e molto apprezzato. Sempre più pronti, e giustamente, a demonizzare il maltrattamento dell’ambiente, delle risorse naturali, degli animali, e sempre in cerca di soluzioni ecosostenibili ci ritroviamo invece di fronte ad idee di questo tipo. Avete mai pensato alle conseguenze generate da una fruttificazione di rumore continuativa di elicotteri? Si sente per kilometri e kilometri quadrati, con propagazioni che toccherebbero quasi le intere vallate, anche perchè gli ambienti di montagna sviluppano una ridottissima se non nulla produzione di decibel. Oltre a disturbare e spaventare gli animali, per certo il turismo escursionistico, il quale negli ultimi anni seppur con gran fatica sta diventando di un certo rilievo, avrebbe una notevole regressione in virtù del fatto che l’amante della montagna e delle camminate ricerca tranquillità e natura, quindi per certo smetterebbe di frequentare quelle vallate dove è permesso l’eliski. Quindi per arricchire, e solo per qualche giorno al mese, un modestissimo numero di elicotteristi, qualche guida alpina, si andrebbe incontro drammaticamente ad una grande contrazione turistica, con la perdita certa di centinaia di escursionisti giornalieri, causando reali ricadute economiche negative su tutto il sistema turistico. L’eliski è un turismo molto di elite ed è accettabile (pur non condividendolo) in alcune rinomate località sciistiche, anche perchè in queste esiste un tessuto di ospitalità adeguato ad una certa possibilità economica, ma in un territorio piccolo ed ampiamente devastato come il nostro non è assolutamente accettabile continuare ad infierire. In un territorio dalla grande vocazione alpina come il Piemonte costoro propongono un’attività per pochissimi fruitori ed operatori, a discapito di altre attività le quali invece stanno sempre più generando un indotto di tutto rispetto, in continua evoluzione come numeri ed offerte sul mercato turistico ma soprattutto un indotto realmente ecosostenibile ed alla portata di tutti. Il consiglio della Regione Piemonte lega Salvini, visto che si è anche aumentato lo stipendio, dovrebbe pensare a risolvere problemi importanti e gravosi e non perder tempo per distruggere quanto di buono, con grande fatica, si sta cercando di costruire nel nostro ambiente naturale. Riassumendo un concetto di Curzio Malaparte, ancora una volta è giustificato ripeterlo: l’italiano è grande nelle piccole cose, ma piccola nelle grandi cose. Ed è per questo che siamo alla mercè di chiunque purchè qualcuno abbia il proprio tornaconto. Vanni Cagnotto
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