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13 Febbraio 2019 - 18:52
I carabinieri di fronte alla casa di via lombardore dove michele prima ha sparato a feodor budaianu
Una notte di sesso con la sua fidanzata, o in alternativa con un’amica, in cambio del “condono” del debito, pari a circa mille euro.
Sarebbe questo - anche se è ancora in corso l’attività di indagine da parte dei carabinieri di Leini - il motivo che avrebbe portato al furioso litigio tra Michele Prima, agricoltore leinicese di 56 anni, e Feodor Budaianu, l’operaio moldavo di 26 anni che ora lotta tra la vita e la morte in un letto dell’ospedale Cto di Torino, dove mercoledì scorso è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato colpito da tre proiettili, uno alla testa e due al corpo, sparati dalla pistola calibro 22 legalmente detenuta da Prima.
Una storia assurda, quella di mercoledì in via Lombardore, arteria di confine tra Leini e Lombardore, lungo la provinciale.
Il giovane aveva un debito di mille euro pari a qualche affitto non pagato e l’agricoltore era anche disposto a “far finta di nulla” ad un patto: una notte di sesso con la sua fidanzata, anche lei moldava. O, come detto, con un’amica.
Il 26enne avrebbe letto il messaggio sul cellulare della donna e, andato su tutte le furie, avrebbe chiesto un incontro chiarificatore, culminato tragicamente con i tre colpi sparati dal padrone di casa all’inquilino.
Venerdì mattina, in tribunale a Ivrea, il giudice per l’indagine preliminare, Ombretta Vanini, ha convalidato l’arresto, disponendo il carcere per evitare il rischio che Prima possa inquinare le prove. Le indagini infatti sono ancora in corso con l’obiettivo di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e capire, nel dettaglio, il movente. Per questo motivo i carabinieri hanno setacciato la villa del Prima, per cercare il cellulare e altre prove.
“Il mio assistito non si rende assolutamente conto di quello che è successo – precisa il suo legale, l’avvocato Wilmer Perga - Per il momento possiamo confermare il sequestro dei fucili e delle carabine, che però sono tutte regolarmente custodite in casa. Davanti al giudice Vanini ha rimarcato come non volesse fargli del male e che la situazione è degenerata. Se avesse voluto ucciderlo, avrebbe potuto farlo, visti i tre colpi presenti nella pistola. La pistola l’aveva con sé perché sapeva dell’irascibilità del Budaianu e anche della presenza in casa del pitbull, di cui non si staccava quasi mai”.
Restano ancora molto gravi le condizioni di Feodor Budaianu, l’operaio moldavo di 26 anni raggiunto da tre colpi di pistola calibro 22, di cui una alla tempia, sparati dal proprietario di casa in via Lombardore a Leini. Nei giorni scorsi è stato operato al Cto. L’intervento è tecnicamente riuscito e le schegge della pallottola sono state estratte dai chirurghi, anche se la sua vita è ancora appesa ad un filo e le sue condizioni verranno monitorate di ora in ora. Un intervento di neurochirurgia piuttosto delicato, durato numerose ore. E adesso viene la parte più difficile. Perché il 26enne è nel reparto di rianimazione e non si è ancora svegliato. Basterebbe una qualsiasi complicazione per strapparlo alla vita. Così come non è detto che si risvegli da quello che per ora è un coma indotto. Ma c’è anche l’ipotesi, molto positiva e alla quale si stanno aggrappando i parenti, che Feodor si risvegli. E a quel punto verrebbe poi sottoposto a tutta un’altra serie di accertamenti per capire come vivrà e, eventualmente, quali conseguenze possa aver prodotto quel proiettile.
Non è detto, infine, che il proiettile possa rimanere per sempre conficcato nella testa dell’uomo. Insomma, una situazione molto delicata. E che potrebbe cambiare anche il capo di imputazione nei riguardi di Michele Prima: in caso di morte, infatti, passerebbe ad omicidio, con tutte le aggravanti del caso.
Intanto il pitbull del 26enne è stato trovato e affidato momentaneamente ad un canile, dopo che era scappato terrorizzato alla vista del suo padrone a terra.
In zona non riescono a darsi pace per l’accaduto. I pochi che conoscevano Feodor lo descrivono come un “ragazzo umile, taciturno. Che dava poca confidenza”. E i vicini dicono lo stesso di Prima: “Mai avremmo immaginato potesse arrivare a compiere un gesto simile”.
Claudio Martinelli
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