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22 Novembre 2018 - 15:02
Caterina Andorno e il sindaco Franco Cominetto
Sala gremita e pubblico entusiasta per l’incontro “Passato, presente e futuro del vitigno Erbaluce” svoltosi presso la Sala Conferenze del Municipio di Burolo venerdì 16 novembre.
L’atteso appuntamento, all’insegna dell’evoluzione e delle sfide future del principale vitigno autoctono canavesano, è stato promosso dal Comune di Burolo in collaborazione con il Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese.
Dopo i saluti di rito del Sindaco Franco Cominetto, che si è detto ottimista per il futuro e ha rimarcato l’importanza della valorizzazione del territorio, e di Caterina Andorno, Presidente del Consorzio, che ha ringraziato emozionata l’amministrazione di Burolo, nonché tutti i produttori e le pro loco, l’incontro è entrato nel vivo.
A prendere la parola è stata la ricercatrice Anna Schneider che ha analizzato gli aspetti storici del vitigno, dimostrando come, già nel Seicento, l’Erbaluce veniva citato in alcuni documenti, e suggerendo la riflessione sull’importanza della protezione del territorio, prima che del prodotto.
È stata quindi la volta di Vincenzo Gerbi, professore del Dipartimento Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, che si è concentrato sulle nuove tecnologie da utilizzare per intervenire al meglio e sull’importanza della ricerca. Lo ha succeduto Mauro Carosso, Delegato Associazione Italiana Sommelier di Torino, con un intervento sul ruolo fondamentale che la ristorazione può avere nella promozione dell’Erbaluce .
A seguire, l’enologo Gianpiero Gerbi ha presentato la poliedricità degli stili dell’Erbaluce, soffermandosi anche sulla sua diffusione commerciale e sulla necessità di adattarsi ai cambiamenti, ponendosi diversi obiettivi.
L’appuntamento si è concluso con la testimonianza diretta di tre giovani: Ilaria Salvetti, proprietaria dell’omonima Azienda Agricola, Vittorio Garda, enologo della Cantina della Serra e titolare dell’azienda Sorpsasso di Carema, Giorgio Gnavi, della Cantina Gnavi.
Con sagacia e ironia, i tre hanno saputo porre l’accento sul futuro dell’Erbaluce, presentendo rispettivamente i vantaggi di adottare metodi BIO, l’importanza di uno approccio pragmatico e metodico di studio del vitigno autoctono e i punti di forza e le potenzialità del territorio.
L’evento si è concluso con una merenda sinoira preparata dalla Pro Loco di Burolo che ha proposto la degustazione di vari tipi di Erbaluce e vini del Consorzio.
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