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20 Novembre 2018 - 16:57
Massimo Giugler, con Michela, la titolare
Sabato scorso, Michela ha abbassato le saracinesche del negozio per l’ultima volta. Un locale che resisteva in città, in Piazza dei Combattenti, da più di 50 anni. Non sarà stato facile per lei. E non lo sarà, seppur in maniera diversa, per molti quassolesi. La città ha perso non solo un servizio, ma un luogo di ritrovo, un punto di riferimento. Per il momento, rimane l’altro negozio di Oscar, che però non ha i giornali né i tabacchi ed apre alle 9.30. Insomma, per giornali e sigarette i cittadini dovranno bussare altrove. Oppure sperare che l’altro negozio rimasto in città possa iniziare a vendere quotidiani e tabacchi, un qualcosa di molto complicato. Un negozio, quello di Michela, che, per molti cittadini, rappresentava un pezzo di storia della città, come racconta il consigliere di minoranza Massimo Giugler, cresciuto all’interno di quel locale.
“Da lunedì questa sarà l’immagine costante del negozio di alimentari che aprì mio nonno - racconta Giugler - a metà anni 60. Con la sua chiusura un altro pezzo di Quassolo, dopo l’abbattimento dei 7 tigli e la scomparsa, un anno fa, del cortile proprio lì davanti, se ne va. E con esso un pezzo di storia (anche la mia). Lì ho iniziato a leggere i fumetti, i quotidiani, a fare i conti con le calcolatrici a manovella, a pesare il pane con i pesetti, a portare le bombole, ad accompagnare mio zio al mercato e al monopolio di stato”.
Un luogo che ha contraddistinto la storia della città, diventato un simbolo per molti dei cittadini che hanno vissuto in città
“Il cortile davanti - prosegue Giugler - era luogo di chiacchiere, discussioni, equilibrismi sulla ringhiera. L’interno era punto di ritrovo per battute, aggiornamenti sulle situazioni più critiche, sulle persone che non stavano bene. Un luogo in cui condividere e concordare azioni a favore delle persone più in difficoltà. Si perché in un paese un negozio, se ben gestito, svolge anche una funzione aggregativa e di monitoraggio delle situazioni critiche o delle persone sole. Ora rimane (speriamo) l’altro negozio. Ma quelle saracinesche chiuse, dallo scorso anno ancora più in evidenza, daranno un senso di tristezza totale e costante alla piazza”.
Quello di Michela, era uno dei tipici negozi presenti nei piccoli comuni dove il cittadino poteva trovare di tutto: dagli alimentari, ai giornali, fino alle sigarette, per non parlare delle chiacchiere, i racconti e le battute che, da sempre, hanno caratterizzato il negozio.
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