Nel 2005 un appartamento sfitto e 7 artisti diedero vita a quella che sarebbe diventata in pochi anni una mostra d’arte con numeri da record, sia per affluenza che per numero di artisti selezionati. Paratissima compie 14 anni e nei locali della ex caserma La Marmora di Via Asti a Torino, per quattro giorni, dal 31 ottobre al 4 novembre, ha riverberato lampi di creatività in un cielo torinese carico di pioggia, dando spazio ad artisti emergenti di ogni specie: pittori, scultori, fotografi, designer hanno ravvivato l’anima spenta e malinconica della caserma. Nelle stanze del secondo piano spunta anche un campione locale, un acquerellista innovativo nato a Centallo nel ’57 ma adottato da Verolengo: è Osvaldo Alberti che fin da ragazzo ha coltivato il suo talento passando per l’Istituto di Belle Arti di Vercelli e l’Accademia Albertina di Torino, mantenendo però in fondo uno spirito libero e indipendente che è sfociato in uno stile inconfondibile. Osvaldo è stato capace di unire un’arte pittorica raffinata ed eterea come quella dell’acquerello con il carattere modernista e astratto, evidente nei soggetti e nelle forme. Mentre guardo le sue opere esposte, tutte legate dal filo della natura, l’artista mi dà la sua interpretazione “Gli acquerelli sono macchie di colore, l’acquerello dev’essere libero, evanescente…vedi queste ortensie? Si trasformano in pesci, lasciano spazio all’immaginazione..” Immaginazione che l’artista lascia violentemente libera di scatenarsi in fase di creazione, come quando letteralmente riversa i colori sui cartoncini, nel suo laboratorio e poi cerca la scintilla che darà vita all’opera, dilatando, spennellando, provando. La collezione di acquerelli sfuma verso destra su un genere completamente diverso, pitture a olio su compensato, quattro pannelli verticali che raffigurano persone incontrate nella casualità del quotidiano e testimoniano la versatilità e l‘estro del verolenghese nell’approccio a tecniche pittoriche diverse. Il muro riservatogli da Paratissima ne è la conferma.
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