Ho visto un bel film. I sogni segreti di Walter Mitty. Un film poetico, diretto da un inaspettato Ben Stiller, che si propone come regista di talento. Vi dirò poi perché mi è piaciuto, prima ve lo racconto. Ben Stiller è il responsabile dell’archivio fotografico della rivista Life, un lavoro oscuro. Timido, introverso si rifugia spesso in un mondo immaginario, si incanta e sogna di essere quello che non è, un eroe, un uomo affascinante, un grande viaggiatore. E’ innamorato di una collega e non ha il coraggio di dichiararsi, la sua vita sembra debba proseguire così, senza scosse, nella monotonia. Il lavoro è il solo suo interesse, un lavoro che svolge con scrupolo. I negativi che archivia e con amore cataloga sono tutto quello che sa del mondo. All’ improvviso tutto cambia, la rivista viene ceduta ed il gruppo che l’ ha acquisita decide di trasformarla in un giornale on line, non rimane che un ultimo numero, il testamento. Per la copertina finale il più grande fotografo invia un negativo, Ben Stiller riceve il pacco ma non trova il prezioso negativo. Tutto è perduto, la grande rivista terminerà le pubblicazioni senza la più grande di tutte le copertine. Niente affatto, il mite archivista si trasforma nell’ uomo che ha sempre sognato di essere e parte per un viaggio avventuroso che lo porterà ai confini del mondo. Alla ricerca del fotografo diventerà un uomo diverso, ritroverà il negativo e, soprattutto se stesso. Raccontato così, il film appare scontato. La storia di un uomo che per amore del proprio lavoro trova la forza di riscattarsi, è la vena poetica che lo attraversa a renderlo diverso. Il messaggio stesso che Stiller vuole comunicarci non è banale. E’ un invito al cambiamento, ci invita ad abbandonare il mondo virtuale, quello immaginario per ritornare a quello reale. Gli incantamenti del protagonista altro non sono che la metafora della nostra realtà che ci vede dediti ai social network, incantati davanti agli schermi di PC, Tablet, televisori. Vediamo il mondo attraverso gli schermi. Quando Sean Penn, il fotografo avventuriero, dopo un lungo appostamento rinuncia a fotografare il misterioso leopardo bianco il messaggio che ci invia è chiaro. La battuta che pronuncia non ci da scampo, ci dice: “non sempre voglio vivere un’emozione attraverso l’obiettivo, così a volte non scatto e resto a guardare”. Viviamo il presente per quello che è, qui ed ora. Alle foto ci penseremo più tardi. Il film è anche divertente, si ride, si sorride, ci si commuove. Non manca neppure il lieto fine, quello non ve lo racconto, andate a vederlo. g.fina.g@gmail.com
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