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CHIVASSO. Blocco delle auto diesel: l’odissea (probabile) di Nando

CHIVASSO. Blocco delle auto diesel: l’odissea (probabile) di Nando

Parliamo del blocco delle auto diesel e vediamo, in concreto, che cosa può significare una scelta del genere sulla vita quotidiana di un cittadino. Prendiamo allora un chivassese qualsiasi, Nando. Uno dei tanti che durante la campagna elettorale evitano accuratamente di passare per via Torino il sabato pomeriggio e che se, nonostante gli sforzi, incontrano Giovanni Scinica con i santini in mano, fanno finta di dover raggiungere la moglie che li sta aspettando da qualche parte con le borse della spesa (Giovanni Scinica, in campagna elettorale, ti trova ovunque e comunque…). A Nando il nuovo governo piace.

Un po’ perché dovrebbe mandarlo in pensione prima, un po’ perché vuole chiudere i centri commerciali alla domenica e quindi lui, senza la moglie che rompe per andare a fare shopping, dovrebbe finalmente riuscire a starsene tranquillo sul divano a guardare il calcio. Nando fa l’impiegato. Se fossimo stati negli anni settanta forse lo avremmo paragonato a Fantozzi e ci saremmo fatti due risate, ma oggi, con le arie che tirano e le spese che ti ammazzano, non c’è proprio niente da ridere. Dal punto di vista della coscienza ecologica, Nando non è  granché. Molto meglio la moglie. Lui differenzia il minimo indispensabile, un po’ perché è  incavolato nero di dover pagare la TARI più alta di tutti, (e lo ha già detto anche a Giovanni Scinica), un po’ perché alla bocciofila gli hanno detto che “loro”, con le sue bottiglie di acqua vuote, ci fanno su dei bei soldi e a lui sta roba da fastidio. Qualche anno fa ha dovuto cambiare l’auto. La moglie lo aveva convinto ad andare a vedere per un’auto elettrica. I suoi nipoti, gli aveva detto, gli sarebbero stati per sempre grati di aver contribuito a lasciare loro un mondo più pulito. Pur convinto che i suoi nipoti gli sarebbero stati,  forse, molto più grati per la consistenza dell’eredità, Nando ci è andato. Ha visto che le auto elettriche belle, come piacevano a lui, costavano più o meno come un bilocale in via Momo e lui non se le può permettere. Poi, comunque, c’è il problema della ricarica, della scarsa autonomia e, per uno come lui che le macchine le tiene finché vanno, c’è anche il problema della durata delle batterie. Troppe grane. Fatte due righe di conti, considerati i chilometri che deve fare ogni giorno per andare a lavorare, ha scelto un bel diesel, perché poi il gpl non lo trovi ovunque, puoi fare il pieno solo in certi orari e non ti lasciano entrare nei parcheggi coperti. Tutto filava liscio, fino a pochi giorni fa quando hanno deciso che lui, col suo diesel al lavoro non ci può più andare. Perché inquina. Più delle caldaie, dei camion e del percolato della discarica. Sua moglie dice che ci sarebbe il pullman, che a Nando, francamente, pare inquini più della sua macchina, ma gli orari non collimano. E allora? Di cambiare la macchina non se ne può nemmeno parlare. Un bel casino. Alla bocciofila gli hanno detto che, siccome gli ultrasettantenni sono dispensati dal divieto, alcune organizzazioni di pensionati intendono proporre il progetto “Nonno pooling-condividi un vecchietto”.

Praticamente affitti un anziano che gira tutto il giorno: prima ti porta al lavoro, poi ti accompagna i figli a scuola, al pomeriggio te li va a prendere in palestra e avanti. Pare che i sindacati dei pensionati abbiamo chiesto venga tutelato il diritto dei vecchietti di assistere, per almeno un’ora al giorno, agli scavi lungo le strade. Non dovrebbe essere un problema. Quando c’è il buonsenso ci si intende subito.

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