E’ passato più di un anno e mezzo. Entrato al Pronto Soccorso orgogliosamente sulle mie gambe, ma con passo incerto ed occhi spenti, faccio per la prima volta la conoscenza della sindrome di Guillain-Barrè. D’urgenza TAC cerebrale e prelievo del midollo: a 29 anni, il mondo sembra crollarti addosso in pochi secondi. La strada tra Chivasso e Ivrea l’ho percorsa tante volte nella mia vita, ma non mi ero mai accorto di quanti dossi ci fossero. Dentro ad un’ambulanza, obbligato a restare supino su una barella, ogni dosso provoca una fitta sulla schiena. E’ solo l’inizio. Atassia, elettromiografia, plasmaferesi: nei dodici giorni trascorsi nel reparto di Neurologia, si scoprono nomi prima sconosciuti. Difficile dimenticarli. L’affetto e l’amore delle persone vicine e di chi anche solo da lontano si interessa a te, oltre a quello dei medici e del personale infermieristico, ti fanno sentire vivo, ma niente in ospedale è meglio di un sorriso. Chi c’era in quei giorni accanto a me lo sa, non c’è bisogno di far nomi. Dal letto della stanza alla barella, dalla sedia a rotelle al deambulatore, fino a tornare a camminare con le proprie gambe, mano nella mano con la persona con cui vuoi affrontare la tua vita o sorretto da chi ti dà forza ed a cui vuoi far tornare il sorriso, svanito a causa della tua malattia. Perché ognuno di questi passaggi è una conquista, lo leggi negli occhi di chi ti guarda e lo ritrovi nelle pagine de L’Alchimista di Paulo Coelho, il libro preso in prestito nella biblioteca dell’ospedale, mio compagno di viaggio improvvisato. Giovedì 19 dicembre, portando i pasticcini agli ospiti dell’Ospedale Civico di Settimo Torinese ed ai loro famigliari, le emozioni si rincorrono. Un anno e mezzo dopo, di nuovo tra chi non sta bene, tra gli ospiti di un nosocomio, tra chi passerà il Natale non a casa propria. Questa volta da visitatore. Il suono della chitarra, la canzone di auguri per un compleanno, Babbo Natale, qualche battuta scambiata e la vicinanza delle persone con cui ogni giorno condividi la vita lavorativa e bei momenti al di fuori di essa. Più dolce il Natale, ma soprattutto un sorriso in più, anche in un periodo in cui magari uno non ha alcuna voglia di gioire. Buon Natale a tutti, con un sorriso… [caption id="attachment_31633" align="alignnone" width="300"] Un sorriso a Natale[/caption]
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