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24 Luglio 2018 - 15:57
Numerose le segnalazioni giunte dai cittadini eporediesi. Quando si parla di rifiuti ad Ivrea e dintorni, si parla necessariamente di SCS (Società Canavesana Servizi), nata dalla trasformazione del Consorzio di Igiene Urbana, di cui l’AUDI era l’Azienda operativa. Da diversi decenni si occupa della gestione dei rifiuti di ben 57 comuni, un traguardo importante e non scontato, per rendersene conto basta guardare che fine ha fatto il nostro “vicino” Consorzio ASA.
Sicuramente la raccolta e la gestione dei rifiuti nostrani non è di certo al massimo delle possibilità tecniche, la differenziata è scarsina e di bassa qualità, non esiste ad oggi un sistema di tariffazione puntuale nell’ottica di “chi più produce più paga”, sull’altro piatto della bilancia però abbiamo una raccolta costante quasi tutto l’anno e un livello di pulizia strade e cassonetti
relativamente buono.
“Quindi?!” direte voi.
Il problema è un altro; quando si pensa alla raccolta rifiuti, si tende a pensare in funzione dell’ambiente, ovvero più rifiuti finiscono negli appositi cassonetti oppure nelle apposite aree di raccolta meglio è giusto?
Ni! Dal punto di vista normativo la situazione è leggermente diversa, ogni rifiuto va smaltito in modo corretto, ma in base al tipo, solo le aziende autorizzate possono raccoglierlo e trattarlo.
Se a prima vista sembra tutto logico, all’atto pratico le ripercussioni sono pericolose.
Fintanto che mi ritrovo per le mani rifiuti standard, tutto fila liscio, ci sono le campane apposite, i cassonetti, la raccolta porta a porta ecc il problema nasce quando un bel giorno ci ritroviamo a dover smaltire qualcosa che per noi è sempre normale ma per Loro no.
Vi faccio un esempio: una signora, parlando, mi ha raccontato la sua disavventura con dei secchi di vernice ritrovati in cantina. Da buona cittadina voleva donargli il giusto smaltimento e non sapendo in quale “cassonetto” metterli, va sul sito di SCS per avere ulteriori informazioni. Cerca nel dizionario dei rifiuti per capire come vanno smaltiti e quello che trova è: “Vernici: le vernici si usano per colorare”.
Fin qui c’eravamo arrivati, mentre per come smaltirle neppure un cenno. Da donna tenace quale è, si reca al centro di raccolta in via Cuneo e dopo essere stata identificata per mezzo di documento, dopo aver accertato la residenza, dopo aver accertato la regolarità della sua situazione TARI, gli viene comunicato che le vernici non possono essere conferite e che non hanno informazioni su dove portarle per assicurarle un adeguato e civile smaltimento.
Sconcertata torna a casa con le sue latte di vernice, riponendole in cantina in attesa di tempi migliori.
Bene, anzi male, questo è un problema che si presenta spesso. Ci sono limiti per quantità e per tipologia. Non tutti i rifiuti vengono raccolti e quasi mai vengono date informazioni precise circa le alternative. Se la vediamo dal punto di vista amministrativo, niente di scandaloso, normale prassi. Se la guardiamo dal punto di vista ambientale ci rendiamo conto del perché nel 2018 troviamo in giro per campagne e boschi rifiuti di ogni genere. In molti casi per ignoranza, ma in altri casi per “mancanza di alternative”.
Su questo tema uno che ne sa mi dà la sua italica soluzione: “Guardi, se non vuole perdere tempo qui faccia come me. Lo faccio spesso e funziona sempre; lascio la roba da buttare in un angolo della strada, poi faccio la segnalazione e pochi giorni dopo se la vengono a prendere, niente documenti, niente problemi tutto risolto”. Sulla genialità del signore nulla da eccepire, per quanto riguarda la Politica locale invece, la domanda che pongo è la seguente : è corretto che SCS rifiuti i rifiuti? In attesa di risposte cerco contenitori da massimo 5 litri per travasare i miei 40 litri di olio da frittura esausto. (Più di 5 litri alla volta non raccolgono.)
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