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SETTIMO. Fabbris cucina a teatro

SETTIMO. Fabbris cucina a teatro

Mariella Fabbris è ritornata sabato 30 giugno sul palco, a Palazzolo Dell’Oglio per il festival Odissea, in provincia di Brescia, insieme alla pianista Ilaria Schettini per riproporre una replica di “Divina”, un recital comico e allo stesso tempo ironico. Racconta la condizione della donna e la storia di tante eroine, costrette a morire per i loro ideali di vita e d’amore. Un grande classico, con un bis speciale: le due artiste hanno fatto cantare tutta la piazza gremita di spettatori. E poi, subito il giorno dopo, domenica 1 luglio, la Fabbris ha presentato “L’Albero delle acciughe”, ispirato dal libro “Il Salto dell’acciuga” di Nico Orengo.

Ma l’estate per l’attrice settimese è iniziata all’estero, andando a Parigi e a Lisbona sulle tracce di Tabucchi per esportare l’arte del teatro e la cucina “made in Italy”. Mariella Fabbris recita ed impasta gnocchi, per poi servirli durante lo spettacolo. L’attrice utilizza il suo schiacciapatate, unica eredità che le ha lasciato nonna Pasqualina, mentre racconta una storia tratta liberamente da “I Volatili del Beato Angelico” di Antonio Tabucchi. Mariella Fabbris in questo modo crea incontri indimenticabili, dove incanto e gusto tipicamente italiano sono elementi accolti con entusiasmo dai parigini e dai portoghesi. Il palco è la casa degli spettatori “Sono state occasioni meravigliose. Ero arrivata a cento case, ora sono già 145  - racconta Mariella Fabbris - ormai devo raggiungere 200 tappe, tra case, festival e aziende agricole. Ma sarà facile. Mi attende Assisi, poi un mese in Sicilia, andrò a Palermo che ha gareggiato con noi per la capitale della Cultura. Poi ritornerò a Lisbona, a novembre per gli incontri letterari su Tabucchi, e poi Melbourne. Infine andrò a dicembre a Buenos Aires e Santiago del Cile. Spero che mio figlio possa seguirmi in una di queste tappe: lui è un giovane chef, è più bravo di me a fare gli gnocchi”.

L’energia artistica non manca all’attrice settimese, sempre pronta a viaggiare “Sembrava difficile rivolgermi agli accademici, studiosi e pittori di Lisbona, ma anche con loro è accaduto qualcosa di speciale – racconta Mariella - Ho conosciuto persone incredibili, come il lavoratore di nome Manuel che pulisce le scarpe al solito cliente Octavio, ai giovani rock, ai campioni di surf di CapoVerde, un trio jazz meraviglioso, una graffitara e architetta napoletana e tanti brasiliani e argentini che raggiungerò il prossimo anno. Come una rondine, così mi hanno soprannominata: una “engolir”.” Una “Divina” rondine settimese con il grembiule rosso, con le patate in valigia ed il teatro nel cuore.

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