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10 Luglio 2018 - 14:12
E’ sostanzialmente questa la domanda che in molti si sono posti nel sentire dell’iniziativa, di fatto politica, che ha preso forma negli scorsi giorni: quella di indossare una maglietta rossa come reazione al tentativo di mettere un po’ di ordine nel Mediterraneo messo in atto negli ultimi mesi. Rossa, come quelle che molti migranti indossano per essere visibili in mare, tristemente consapevoli del fatto che difficilmente il gommone sul quale si sono imbarcati arriverà fino alla meta desiderata.
Se da un lato è comprensibile la vicinanza a tante vite spezzate durante i tentativi di traversata, dall’altro è difficile credere che veramente non si capisca che è proprio l’incentivare le partenze che aumenta in modo considerevole il rischio di morte in mare, oltre che favorire il traffico dei mercanti di uomini: andando a soccorrere i barconi a pochi chilometri dalle coste libiche, per traghettare poi i migranti direttamente in Italia, ha voluto dire incentivare l ‘idea che l’entrata clandestina nel nostro Paese fosse cosa semplice, invogliando così i trafficanti di esseri umani ad incrementare il loro becero business.
Ma allora perché protestare quando si decide di dire basta ai traghetti messi a disposizione dei mercanti di uomini? Di dire basta ad ong ed organizzazioni molto profit, che sulla pelle dei migranti e con i soldi nostri si stanno arricchendo, senza rispettare nè leggi né convenzioni? Perché non voler bloccare le partenze, ed utilizzare i soldi (nostri) che oggi spendiamo per il business dell’accoglienza per sostenere invece direttamente lo sviluppo dei paesi di partenza, in modo da non creare la voglia di cercare futuro altrove, ed evitando così di creare problemi a stati come il nostro?
Ecco che allora sorge spontaneo il dubbio: sarà mica perché, per alcune realtà, fa figo ed “impegnato” indossare una maglietta simbolica, atteggiandosi “ benefattori umanitari” ( con i soldi pubblici), a prescindere dall’effettiva situazione ? Chissà.. La cosa singolare è che l’ostentazione di tutta questa benevolenza umanitaria, volta a sostenere un piano di azione che in realtà, come visto, allo stato dei fatti crea morte e foraggia la malavita, si dissolve in un batter d’occhio quando i bisognosi non sono quelli riportati nei telegiornali nei barconi, ma sono magari semplici vicini di casa, o conoscenti in difficoltà estrema: per i nostri concittadini che finiscono in povertà non ci sono riflettori puntati, e senza riflettori, niente passerelle con maglietta. Stranezze che faranno anche chic, radical chic, ma che da pensare ne danno parecchio…
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