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04 Luglio 2018 - 13:52
Comital
Sono una ‘italiano-addicted’.
Mi piacciono le parole, mi piace giocarci, sistemarle, trovarne una giusta per ogni sensazione. Puoi trasmettere tutto con le parole, anche, e a volte soprattutto, il ‘non vero’. Dall’altra parte del mondo fatato del vocabolario, sta invece il mondo dei fatti. Quelle cose vere, concrete, che fai, appunto, che ti possono rendere orgogliosa di te, o l’esatto contrario, ma che, in ogni caso, hanno il potere di non mentire mai. Questa settimana ho avuto modo di calarmi in due occasioni nella parte dei fatti, che, ad utopia piacendo, possono esistere anche nell’ambito meno pragmatico esistente, la Politica.
Venerdì 29 si è tenuta un’assemblea aperta della Comital, purtroppo nuovamente in vetta alle priorità del nostro paese e della Regione Piemonte tutta, a causa della recente pronuncia di fallimento. Per permettere che l’attenzione fosse più elevata possibile, l’invito alla partecipazione è stato correttamente esteso ai rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, che altrettanto correttamente non hanno fatto mancare il loro apporto da nessuna parte dell’emiciclo. Non ho sentito propagande, non ho sentito starnazzamenti, comizi elettorale o frasi fatte. Ho sentito umiltà, prese d’atto, profondo rispetto e impegni raggiungibili e non miracolosi. Non avrei saputo distinguere gli esponenti di centro destra da quelli di centro sinistra, ieri, perché i modi e le parole, e la loro presenza stessa, erano allineati sul buon fare, o almeno sul ‘meglio fare’ possibile. E se posso sperare che la situazione vada a buon fine, sono certa che l’unità di intenti, anche politica, sia la strada giusta.
La seconda occasione per accedere al mondo dei fatti, mi è stata concessa da un evento più faceto e leggero, la Festa Patronale. Non sono scevra da pregiudizi, sono un essere umano, ma esercito spesso ‘la caccia al pregiudizio’, io per prima, pesando quanto spesso sia insensato e svantaggioso. E così è andata stavolta.
Sono esponente di minoranza da ormai 7 anni, ma prima di essere esponente di minoranza sono un’eletta di Volpiano, e per Volpiano vorrei fare, non solo prosciugare litri di toner per stampare atti su atti che il più delle volte faticano a trasformarsi in fatti. Questa settimana allora ho scelto di partecipare concretamente alla vita del paese impegnando il mio tempo per qualche giorno. Ho prestato servizio a stretto contatto con i miei colleghi di Consiglio, nella fattispecie esponenti di Giunta, lontani da me per emiciclo, e per idee programmatiche. Il risultato è che abbiamo fatto un buon lavoro, abbiamo festeggiato Volpiano e i suoi coscritti, abbiamo riso e ci siamo confrontati. Abbiamo lavorato di squadra e abbiamo vinto.
Abbiamo vinto più che se io mi fossi opposta trovando qualcosa di storto, perché la pulce, quando sei interessata a trovarla, spunta sempre.
Abbiamo vinto più che se i miei distanti colleghi di emiciclo non mi avessero proposto, non mi avessero accettato.
Insomma. Abbiamo vinto. Due volte. O meglio, Volpiano ha vinto.
Fare-Parlare: 2-0. Da qui, palla al centro.
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