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22 Giugno 2018 - 11:52
La cosa più bella, quando gli hanno detto che aveva vinto, è stato vedere quel mucchio di giovani ai seggi a festeggiare per lui. Poi lunedì si è svegliato, è andato in Comune ed il suo ufficio aveva già la targhetta con il suo nome. Un’altra cosa bella. Daniele Pane, 32 anni, una laurea all’Università di Pavia ed una passione per la politica nata a 17 anni con «desiderio di fare qualcosa per il bene degli altri», è stanco, ma felice. Da una settimana è sindaco di Trino. Indossa la fascia tricolore avendo ottenuto 2166 voti.
«All’inizio - spiega - non mi aspettavo di vincere. è sempre difficile correre contro un sindaco uscente. Col passare dei giorni, però, ho percepito la fiducia crescere e ho capito che potevamo farcela...». «La prima cosa che farò? - dice nel suo nuovo ufficio - In realtà l’ho già fatta. Lunedì un cittadino mi ha chiamato perché vorrebbe cofinanziare l’apertura di una nuova attività commerciale pagando un anno e mezzo di affitto del locale. L’ho accompagnato in giro per il paese per cercare il negozio». Poi ha ricevuto una telefonata: «Era un imprenditore interessato a trasferire la sua azienda a Trino». Ha anche già incontrato l’ex sindaco Alessandro Portinaro, con cui spera di costruire un rapporto basato sulla cooperazione e la fiducia. «Mi ha dato la sua disponibilità ad essere presente in caso di bisogno. Io lo stimo e mi sono candidato contro di lui perché ho ritenuto che il paese non potesse più essere guidato in quel modo». In caso di bisogno, sarebbe anche disposto ad affidare a lui e ad altri consiglieri di minoranza qualche delega: «Adesso è presto per parlarne, ma non vedo nulla di male nel farlo nel caso in un cui riuscissimo a creare un rapporto di fiducia...». Ha anche già visto il sindaco di Casale Monferrato, per discutere di una questione che sta a cuore a tutti: l’amianto.
D’altronde le cose da fare sono tante. «Abbiamo una centrale nucleare a cui pensare: e su questo argomento ho intenzione di incontrare Sogin per capire lo stato dell’arte dei lavori di decomissioning. Vorrei anche far sì che ci sia una comunicazione costante. Si tratta di un argomento di sicurezza nazionale, i cittadini devono essere informati di quello che succede».
Trino è anche un Comune che soffre ancora per l’alluvione. «è la ferita più grande che abbiamo e che dobbiamo ricucire. In giro per il paese ci sono ancora i segni dell’acqua e voglio fare in modo di eliminarli». Come? Partendo per esempio dalla ristrutturazione dei portici. Che sono anche il cuore pulsante del commercio locale e del turismo. E Pane ha le idee chiare anche su questo. «Porteremo avanti il progetto VenTo cominciato dalla passata amministrazione, cercando di coinvolgere tutti i commercianti e non solo gli alberghi e poi valorizzeremo le opere che abbiamo». Ad esempio, San Michele che, al momento, «è perso in una foresta amazzonica e non ha nessuna segnaletica che lo indichi». «Creeremo anche degli spazi per i giovani, per farli studiare, crescere, fare attività sportive. Sono l’unico della mia generazione che non è andato via da qui e dobbiamo invertire la tendenza se vogliamo continuare a far vivere questo posto». Naturalmente non farà tutto da solo: ci saranno il vice sindaco, Roberto Rosso, gli assessori e tutti i ragazzi della squadra. «Tutti parteciperanno alle attività del Comune».
Un impegno che gli sottrarrà molto tempo alla famiglia, a sua moglie ed a sua figlia. Si è mai chiesto “chi me lo ha fatto fare?”. «Sì, nell’ultima settimana di campagna elettorale. Mi sono svegliato presto e mia figlia mi ha detto “ma papà, ma esci di nuovo?”. Sì in quel momento mi sono chiesto chi me lo faceva fare. La risposta che mi sono dato è che lo faccio anche per lei e per il suo futuro».
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