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12 Giugno 2018 - 16:26
Tranquilli! Non mi sono ancora bevuto il cervello e ho ben presente che si è votato il 10 Giugno 2018, quindi ben prima del 25 Luglio!
Il riferimento nel titolo è rivolto al confronto tra la data certa della caduta del Fascismo, appunto avvenuta il 25 Luglio, del 1943 e quella presupposta della caduta del “regimetto” del PD d’Ivrea, proprio in queste Elezioni Amministrative, che appare quantomano ancora rimandata, almeno fino al ballottaggio 24 Giugno.
Meglio allora abbandonare la Storia e cominciare, come avviene in ogni commento di un evento sportivo, con la presentazione delle “squadre” che sono scese in campo per il primo turno delle Elezioni Amministrative di Ivrea, esauritosi nella tarda serata di domenica 10 Giugno.
Con una sintesi che certamente lascerà perplesso persino qualche fedele lettore, esordisco segnalando che, a modo di vedere di un certo numero di “ultras” della curva della “Lista dei Cittadini”, alla competizione si erano presentati quattro candidati Sindaci schierati “a sinistra” e un “indipendente”. Vediamo un po’ come è possibile sostenere una teoria che, almeno rispetto a sigle e simboli sbandierati per evidenziare le differenze, appare temeraria.
Passiamo quindi senza indugio ad annunciare le formazioni al via: un primo candidato è quello che è parso piu smanioso di fare il sindaco, sentita quasi come una missione.
Dopo avere predicato l’avversione e quindi l’esclusione dei partiti, è stato proprio il primo a farne sfoggio, accaparrandosi niente meno che il simbolo di Rifondazione Comunista, commutato alle recenti politiche in un pretenzioso “Potere al Popolo”. Rappresentante di una Sinistra “radical scic”, un po’ demodè, ma pur sempre sinistra, partigiana e immigrantista; il secondo candidato gioca sempre in casa è quello piu coccolato, ovviamente sinistra PD, quella che ti fa rimpiangere persino il vecchio Partito Comunista di Berlinguer. Amministrativamente preparato, dopo che praticamente per 30 anni la sedia della sala Consiglio è divenuta parte integrante della sua figura.
Difende disperatamente questi 30 anni di amministrazione a senso unico, dietro retoriche burocratiche ben lungi dalle logiche delle lobby imperanti, create con le partecipate, società e cooperative, fondazioni varie. Ha l’arduo compito di spuntarla anche questa volta; il terzo candidato rappresentava il nuovo tutto “piattaforma Rosseau” e “forum digitali”. Qualcuno avrebbe dovuto dirgli che il comune si trova fisicamente in piazza Vittorio Emanuele. Ogni 5 minuti ripete che lui comunque proviene dalla sinistra e cerca un dualismo da ballottaggio con il coccolato secondo candidato. Per evitare l’inquinamento della Lista, ha evitato ogni apertura al dialogo.
Il quarto candidato in aria di ”sinistra”, vanta un invidiabile curriculum personale in area “DeBenedettiana”, vanta nella coalizione di sostegno il Vice Candidato alle recenti Primarie del Pd che hanno poi visto prevalere per pochi voti il secondo candidato, ma anche quel Partito che ha già sperimentato ad Ivrea le probabili alleanze politiche del futuro a livello nazionale, volte ovviamente a sinistra. Fantasie?
No, fatti concreti. Come la recente elezione congiunta F.I.-PD di un consigliere della Fondazione Guelpa in Consiglio Comunale o l’assoluzione “urbi et orbi” del C.d’A. e dell’ex Presidente della Coop. AEG, dopo la recente elezione congiunta del nuovo C.d’A.
Il quinto candidato è parso un vero e proprio intruso. Quello che, almeno così è stato dipinto, dovrebbe spaventare l’intera Città con il latente pericolo del rigurgito del Fascismo. Brrr! Che paura. Poi capisci, forse perché sono per di più giovani, che sono anche gli unici che hanno recepito che nel gioco della grande scacchiera, dove noi comuni mortali ogni giorno combattiamo una sempre più difficile partita a scacchi, è inutile stare a farci del male tra noi, innoqui “pedoni”, ma, tutti assieme, sarebbe opportuno andare a smascherare quali sottili trame muovono, a nostro discapito, cavalli, torri, regine e re del capitalismo odierno. Con questa prospettiva si è andati al voto di domenica. Anzi diciamo subito che ci è andato solo il 55,24%, con un’ulteriore incremento della disaffezione del voto, pari ad un 4% rispetto al 59,03% del 2013, quando avvenne la riconferma del Sindaco Della Pepa e di ben oltre il 23% rispetto al primo turno delle ammnistrative del 2008.
Quindi le elezioni amministrative 2018 sono state vinte da coloro che si sono stufati di votare la stessa minestra presentata in piatti diversi, con il 44,76%. Gli altri risultati ve li lascio giudicare. Ora si parte per il secondo turno, il ballottaggio, con queste prospettive: Perinetti ha fatto il massimo, gli hanno remato contro pure i lavori pubblici avviati malauguratamente troppo a ridosso del voto. Le code in Città gli avranno persino sottratto qualche voto. Ora può solo sperare nella gita al mare degli avversari. Sertoli, con il suo 30,74, per di più con il centro destra con il vento in poppa ( almeno per la Lega), ha preso meno voti del suo predecessore Coda, che nel 2008 arrivò al secondo turno al 32,3%. Potrà contare sul ribaltamento dei voti del M5S, bastonato dagli elettori con un risicato 13,54? E come si muoverà il Consigliere di Minoranza ad interim, Comotto?
Intravvederà la possibilità di segnare ancora uno dei suoi fantastici goal, offrendo il voto della sua coalizione a Perinetti o a Sertoli, accaparrandosi in contropartita un posto da assessore nella nuova giunta, pur sempre di sinistra? Cosa escogiterà l’ex Assessore e Presidente del Consiglio Ballurio per risalire ancora una volta la china dopo la personale “Dunkerque” del primo turno? Per Bosonin, fermo all’1,84, non resta che invitarlo a spulciare bene i dati dell’archivio delle elezioni, dal quale potrà constatare che formazioni molto più blasonate di CasaPound hanno avuto precedenti analoghi. Basti pensare al voto conseguito dalla Lega Nord nel 2013, pari all’1,86% o dai Fratelli d’Italia, nella stessa tornata, pari all’1,30%. Fin che c’è vita c’è speranza, e se si è giovani come loro…….. . Largo quindi al secondo turno, al ballottaggio. Non è ancora tempo per le cattiverie, per le dure sentenze del “tribunale del popolo” previste per il dopo 24 giugno. Meglio mantenere, malgrado qualche provocazione isolata, un atteggiamento quasi asettico, imparziale tra i candidati di sinistra che si avviano allo scontro finale. Hanno già di che divertirsi.
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