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05 Giugno 2018 - 23:13
Municipio Settimo
Da un po’ di tempo, anche a Settimo, va di moda la toponomastica al femminile. Quando, negli anni Ottanta del Novecento, s’intitolò una via alla socialista rivoluzionaria Rosa Luxemburg, sembrò una stravaganza femminista (e comunista), chissà perché non registrata nel sito della «Toponomastica femminile» che, alla scheda su Settimo Torinese, la dimentica. Non compare nemmeno la più recente intitolazione alla maestra Orsola Rossi Maffiotti: per la verità non s’è mai capito se dovesse essere ricordata per la veneranda età raggiunta o perché avesse - beata lei – un santo in paradiso.
L’idea della toponomastica al femminile non è poi così nuova. Nel 2004 la Commissione competente decide di proporre la revoca della delibera della Giunta comunale del 1991 nella quale s’indicavano i nomi di Rosanna Benzi, Alba De Cespedes e Matilde Serao, perché «vie mai realizzate a seguito di nuovi P.R.G.C. che hanno modificato la viabilità». Peraltro il nome della Serao è stato riproposto nell’elenco «non esaustivo» accanto ai nomi delle Costituenti.
Com’è, come non è, con l’ordine del giorno approvato nel 2015 dal consiglio comunale settimese, si trattava – giustamente - di implementare la toponomastica al femminile, perché nel frattempo le donne illustri, cioè meritevoli, sono di gran lunga accresciute di numero. Non solo più sante, beate o martiri quindi le donne ricordate, anche se – di recente – si è attribuito un piazzale a Severina Cappelletti, Suor Elena (meglio conosciuta come suor Maestra), «benemerita» della Resistenza e collaboratrice di don Luigi Paviolo.
Si è cominciato dalle donne dell’Assemblea Costituente o «madri Costituenti», come più teatralmente si è soliti nominarle. La prima tra queste, frutto anche di un pressing politico esteso all’area metropolitana torinese, è l’onorevole Teresa Noce, torinese, eletta nel 1946 all’Assemblea Costituente nel XIV collegio elettorale
(Parma-Modena-Piacenza-Reggio Emilia) con 47.219 voti di preferenza e componente della cosiddetta «Commissione dei 75», quella che redasse materialmente il testo della Costituzione da portare alla discussione in sede plenaria. A Torino porta il nome di Teresa Noce la piazza prospicente la sede della ex Incet, la fabbrica di cavi elettrici che aveva sede in via Cigna; a Settimo, in assenza di vie e per volontà del Consiglio di Istituto, la scuola dell’infanzia attualmente denominata di «via Moglia», nata insieme ai caseggiati, sulle ceneri delle fonderie Cravetto. Chi era Teresa Noce? Impossibile condensare in poche righe la sua biografia che viene pubblicata nel 1974 dall’editore La Pietra.Teresa Noce, come lei stessa ebbe a ripetere, «brutta, povera e comunista». È forse su quest’ultimo aggettivo che bisognerebbe porre l’accento, visto che la sua scelta di vita si è intrecciata, fin dall’inizio, con quella del Partito Comunista d’Italia, poi divenuto Partito Comunista Italiano, dagli anni della clandestinità sotto il fascismo, alla nascita della Repubblica e all’Assemblea Costituente, fino all’ultimo mandato parlamentare conclusosi nel 1958.
Benché già proposta all’attenzione della Commissione Toponomastica settimese, rimane - per ora – dimenticata, la comunista Carmen Casapieri, sindacalista dei tessili, deputata in due legislature tra il 1972 e il 1979, consigliera comunale a Settimo Torinese, deceduta nel 1984.
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