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31 Maggio 2018 - 21:53
Sergio Mattarella
L’argomento sta tenendo banco da domenica sera, dai social virtuali come facebook a quelli “reali” come i bar, rendendoci tutti improvvisamente esperti politologi, è la decisione del Presidente della Repubblica Mattarella di applicare la facoltà di accettare la nomina dei ministri, così come prevede la Costituzione, testo sovrano in Italia, all’articolo 92. Cosa già fatta dai suoi predecessori, tra l’altro: Napolitano nel 2014 lo applicò con Renzi nei confronti di Grattieri, Ciampi lo fece nel 2001 con Berlusconi in merito alla nomina di Maroni alla giustizia, e via scorrendo nel corso degli anni della Repubblica Italiana i casi analoghi non mancano, essendo previsti normalmente dalla legge, solo che allora nessuno “soffiò sulla brace” utilizzando la folla, come si suol dire, e noi politologi di queste ore, che stiamo facendo volare parole grosse dalle tastiere dei pc, non ci facemmo neanche caso .Parliamo di 4 anni fa, non dell’immediato dopoguerra..
Quindi dal punto di vista formale, legale, è tutto corretto, sono situazioni capitate negli anni con governi di diverso colore politico, ed accettate in quanto previste dalla nostra Costituzione.
Tralasciato il gioco delle parti politiche di chi si è impuntato sulla nomina di un ministro a tutti i costi, e dei contro-giochi delle parti politiche avversarie che hanno imposto a forza la propria volontà, perché c’è tanta rabbia a tanta amarezza da parte delle persone comuni, di noi “umani” che tutti i giorni ci alziamo per andare a lavorare per guadagnarci la pagnotta?
Forse perché, a prescindere dalla correttezza formale di questo gesto, ci siamo stufati di essere utilizzati come gregge per fare numero, perché in questa azione abbiamo visto prevalere ancora una volta gli interessi politici di “autoprotezione del sistema”, rispetto alle richieste di avere un governo a seguito delle elezioni del 4 marzo; che magari non sarebbe durato, vista la profonda differenza, checchè se ne dica, delle parti coinvolte, alleatesi solo successivamente alle operazioni di voto, ma che perlomeno avrebbe dato voce ad una parte di cittadinanza, con un governo ratificato dalla fiducia di un parlamento eletto. Non tenere conto di ciò, al punto da non voler far nascere il governo, sia da parte dei “proponenti” che pur sapendolo non hanno trovato un punto di incontro, che dei “rifiutanti” che hanno voluto imporre la propria volontà ad ogni costo , ha voluto dire dare uno schiaffo agli elettori, ovvero ai cittadini. Che non accettano più di essere presi per i fondelli da chiunque… anche se ciò viene fatto al riparo di ciò che prevede la Costituzione, che magari dovrebbe essere aggiornata ai tempi nostri; anche se ciò viene fatto nascondendosi dietro “ la responsabilità nei confronti dell’Unione Europea” che, dirla tutta, forse viene usata più per colpire l’opinione pubblica come spauracchio, come scusante, o come nemico a piacimento a seconda dei casi che non come ente: c’è che siamo stufi di assistere al balletto delle parti, dato che lo spettacolo poi lo paghiamo noi.. anche se lo prevede la Costituzione.
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