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02 Maggio 2018 - 15:31
Mattiet Giovanni Bruno
Lo spopolamento che colpisce da decenni le montagne canavesane è tornato a farsi sentire pesantemente negli ultimi anni. Anche Locana ne risente: in un decennio ha perso più di 200 abitanti. Ad andarsene sono soprattutto i giovani in cerca di lavoro e le famiglie con bambini: questo ha ripercussioni anche sulle scuole e mette a rischio la loro sopravvivenza.
Cosa fare per porre un freno all’emigrazione?
Il sindaco Giovanni Bruno Mattiet ha pensato di istituire un fondo per offrire un contributo a chi deciderà di andare a vivere nel suo comune. Ne ha parlato durante l’ultima seduta di consiglio, trovando concordi sulla sostanza dell’iniziativa sia la maggioranza che l’opposizione. “Ho provato a buttar giù una bozza – ha detto – ma datemi dei consigli”.
L’idea è di offrire un contributo a chi viene a vivere in paese, si tratti di residenti del tutto nuovi o di persone che erano andate via e che ritornano. I requisiti richiesti sono due, anzi tre: essere proprietari di un’abitazione o in possesso di un contratto d’affitto; avere dei figli in età scolare (dalla Materna alle Medie) che s’iscrivano alle scuole del paese; avere un Isee non troppo basso. “Pensavo sui 13-15.000 euro – ha detto il sindaco spiegandone il motivo - Il nostro spopolamento è dovuto alla mancanza di lavoro. Possiamo dare una mano ma per il lavoro devono essere autonomi”. Il capogruppo di minoranza Guglielmetti ha anche proposto di aggiungere che si debba essere residenti in Italia da almeno 5 anni.
Ciascun nucleo familiare potrà ottenere 3.000 euro all’anno per un massimo di tre, indipendentemente dal numero dei figli: il contributo verrà erogato per il 50% all’apertura delle scuole e per il restante 50% alla fine. La famiglia dovrà mantenere la residenza per almeno un quinquennio, altrimenti le verrà decurtata una quota. “Stanzieremo 30.000 all’anno, quindi 90.000 in totale – ha precisato il sindaco - che verranno assegnati fino ad esaurimento in base all’ordine di acquisizione della residenza. Significa 10 nuclei familiari! Saremmo molto contenti se a fare ritorno fossero famiglie del posto andate via. La convenienza c’è: invece di pagare 400 euro di affitto in località dove i costi sono più elevati (Rivarolo per esempio) ne pagano 250: con questa cifra qui qualcosa si trova. Grazie ai nostri 3.000 euro l ’affitto è pagato”.
Qual è la logica di questo contribuito a fondo perduto? “Spenderemo dei soldi, non c’è dubbio, ma ne spenderemmo molti di più se le nostre scuole venissero chiuse e dovessimo spostare i ragazzi, soprattutto quelli delle Medie, che dovrebbero andare a Pont, senza contare i disagi. La seconda sezione della Materna è a rischio come lo era stata lo scorso anno . E poi, per poco che uno possa spendere in paese, qualcosa comprerà pure nei nostri negozi…”
Anche se per ora si tratta di un abbozzo, l’amministrazione intende dare la massima pubblicità all’iniziativa.
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