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11 Aprile 2018 - 17:40
L’edificio che ospita il Poliambulatorio di Cuorgnè sta per essere venduto? Questa voce era già rimbalzata qualche tempo fa ed è stata portata all’attenzione generale nel corso dell’ultimo Consiglio comunale: il capogruppo dei “Moderati” Giancarlo Vacca Cavalot aveva infatti presentato in proposito un’interrogazione.
Nell’illustrarla ha espresso la sua inquietudine: “Siamo stati messi al corrente dai giornali di questa decisione dell’ASL TO 4. Ci preoccupiamo e chiediamo se sia vera, come sia stata assunta e quale sia la posizione di Cuorgnè. A nostro avviso è una manovra per spostare tutto all’ospedale, trasformando sempre di più quella struttura in un poliambulatorio. Ci aspettiamo un cambiamento anche per quanto ci è stato detto sul Pronto Soccorso, che avrà il ruolo di smistare i pazienti verso questo o quell’ospedale. Per noi la decisione di dismettere l’edificio di Piazza Viano è grave perché si toglie dal concentrico un servizio estremamente utile”.
Il sindaco Beppe Pezzetto ha risposto: “Mi ero prontamente attivato, quand’erano girate queste voci, ed in un incontro tenutosi il 24 gennaio ed al quale Vacca Cavalot era presente, Ardissone ci aveva spiegato che inserire l’immobile fra i beni alienabili è un atto dovuto: devono stilare l’elenco di tutte le strutture non ospedaliere di loro proprietà per poterle eventualmente alienare. Si tratta di un adempimento burocratico. Quando l’alienazione avviene veramente si procede attraverso dei bandi per raccogliere eventuali offerte. Solo allora si avvia una lunga fase preliminare. Nel recente confronto ce lo ha riconfermato”.
Vacca Cavalot non è però del tutto convinto: “Tuttavia non smentiscono che la procedura sia iniziata, malgrado tutti gli impegni assunti in modo plateale proprio in quella sede ed in presenza dei gruppi consiliari…Eppure Ardissone, in quell’occasione, aveva invitato a non dar retta a quel che avevano scritto i giornali locali….”.
Le preoccupazioni dell’opposizione, alla luce di quanto avvenuto negli anni (ed ormai nei decenni) trascorsi non paiono affatto campate in aria. Finché l’imperativo nella Sanità – così come in tutti i Pubblici Servizi – continuerà ad essere quello di centralizzare il più possibile, riducendo progressivamente le strutture periferiche fino a farle sparire, tutto sarà a rischio.
Le rassicurazioni, tante e tante nel corso del tempo, sul mantenimento dei servizi, sono state sempre successivamente smentite: non è detto che valga anche per i poliambulatori ma il fatto stesso che una norma imponga di considerare “alienabili” degli edifici che non sono di rappresentanza ma operativi, la dice lunga sui criteri che ispirano il governo della Sanità.
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