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03 Novembre 2017 - 09:45
In questi giorni a Volpiano è stato “appiccicato” alla bene meglio su alcuni pali un avviso che informava i cittadini che è in fase di redazione il progetto esecutivo dei lavori di riqualificazione di via Circonvallazione e che, se qualcuno ne fosse interessato, si può prenderne visione presso l’ufficio Tecnico Comunale.
L’ultima volta che abbiamo visto la riqualificazione di una via del nostro paese ci siamo ritrovati in Corso Arnaud ben undici dossi di altezza sconsiderata con le conseguenti lamentale, non solo di molti residenti ma anche del resto della cittadinanza, e l’aumento del traffico veicolare nel centro cittadino e su altre direttrici stradali. Oggi come allora si continua a non considerare essenziale l’apporto che la cittadinanza può dare in questo genere di situazioni. Solo chi vive quotidianamente una strada, una piazza o un quartiere può sapere di quali problematiche può soffrire la zona e indicare al progettista interessanti spunti per la risoluzione del problema. La condivisione delle informazioni con la popolazione deve essere parte integrante del processo di scelta e progettazione da parte di una Amministrazione Comunale; diventa quindi indispensabile introdurre degli strumenti di partecipazioni che allarghino il più possibile la platea delle persone coinvolte. Attaccare un foglietto ad un palo, sperando che qualcuno lo veda e che si prenda la briga di andare in orario lavorativo presso l’ufficio comunale, è un atteggiamento che induce a pensare che chi amministra vuole smarcarsi dalle proprie responsabilità; svolgendo semplicemente il proprio “compitino” senza preoccuparsi dei tanti aspetti che possono riguardare situazioni di questo tipo. Non è una cosa impossibile organizzare incontri mirati con tutti i residenti o momenti pubblici per tutta la cittadinanza, in orari possibilmente extra lavorativi, così da permettere alla maggioranza delle persone di presenziare all’evento. Di questo atteggiamento propositivo e partecipativo ne trarrebbe beneficio non solo la cittadinanza ma soprattutto l’Amministrazione Comunale, dimostrandosi desiderosa di avere un costante dialogo con le persone.
C’è un famoso detto che dice: “sbagliare è umano, perseverare è diabolico”; Il significato di questa frase è chiaro: l’errare è parte della natura umana. Questo, però, non può essere intesa come attenuante di responsabilità per una reiterazione dello sbaglio, quanto piuttosto un mezzo per imparare dall’esperienza. Quanto vale per le persone dovrebbe valere anche per gli Enti e le Istituzioni che, dai propri errori o anche solo dalle esperienze fatte, dovrebbero trarre delle giuste indicazioni in modo da evitare chi si ripetino situazioni già vissute di disagio e malessere della popolazione.
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