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CHIVASSO. Riparte a Roma il processo Nerofumo

Riprende a Roma il cosiddetto processo “nerofumo”. La prossima udienza si terrà il 13 novembre. Ricordiamo i fatti: nel marzo 2011 un’ordinanza del Comune bloccò l’ingresso nelle discariche chivassese agli automezzi provenienti da Pioltello Rodano, dove era in corso la bonifica dell’ex industria chimica Sisas. L’ordinanza era indirizzata a Giuseppe Maria Chirico, allora amministratore delegato di SMC, e all’ingegner Federico Sauer, responsabile tecnico dell’impianto. La magistratura milanese avviò delle indagini che portarono all’esecuzione nel gennaio 2014 di un’ordinanza di misure cautelari e successivamente al processo. Cominciato a Milano, il procedimento è stato trasferito a Roma. Fra gli imputati per gestione illecita di rifiuti figurano lo stesso Chirico, oggi amministratore delegato dell’intero Gruppo Waste Italia, e Massimo Cozzi, allora AD di Waste Italia spa, controllante di SMC. L’accusa è quella di avere fatto trasportare nella discarica di Chivasso, e in quella di Mariano Comense, un tipo di rifiuto, il cosiddetto “nerofumo”, che i due impianti non erano autorizzati a ricevere. L’operazione avrebbe procurato alle due discariche un “ingiusto profitto” di 10,5 milioni di euro. Il “nerofumo” è “polvere nera finissima, costituita prevalentemente di carbonio (dall’88% fino al 99% e più), che è ottenuta per combustione incompleta o per decomposizione termica di combustibili gassosi e liquidi (gas naturali, olî minerali, ecc.)… ; viene utilizzato per preparare inchiostri da stampa, vernici, creme per calzature, carta carbone, e soprattutto come carica rinforzante per materie plastiche e gomma” (citiamo dalla Treccani on line).

Nel luglio scorso la nuova amministrazione di Claudio Castello aveva incaricato uno studio legale di verificare se per il Comune è ancora possibile e opportuno inserirsi nel processo. Dalle prime verifiche è risultato che il Comune è ancora in tempo a costituirsi parte civile, e potrebbe farlo nell’udienza del 13 novembre. A condizione che “sia derivato un danno effettivo alla Città di Chivasso per effetto delle condotte contestate agli imputati”. Una valutazione che Comune e avvocato stanno facendo in questi giorni. Inoltre un ente locale non è legittimato a costituirsi per un “danno ambientale”: può farlo solo il Ministero dell’Ambiente.

Prosegue intanto  la battaglia legale di un chivassese di frazione Pogliani contro le discariche. Per la precisione, contro la società SMC srl ex spa, e contro gli enti pubblici che nel corso degli anni hanno contribuito ad autorizzare i lavori di discarica: il Comune di Chivasso e la Provincia di Torino, ora Città Metropolitana.

Il poglianese ha infatti presentato ricorso anche al TAR. E il Comune di Chivasso, con delibera di giunta n. 255 del 28 settembre, ha stabilito di assegnare all’avvocato Andrea Castelnuovo l’incarico di difendere l’ente davanti al tribunale amministrativo.

Due anni fa il cittadino aveva fatto causa a SMC, Comune e Città Metropolitana per venire risarcito dei “danni economici e di perdita della qualità della vita subiti a causa dell’esistenza della discarica gestita dalla società SMC spa”. Citiamo dalla determina n. 81 del 20 febbraio 2015 con la quale il Comune affidava la propria difesa all’avvocato Castelnuovo. Spesa prevista 13.550 euro salvo integrazioni. Il Tribunale di Torino ha però sentenziato che la competenza è del TAR, costringendo il poglianese a una nuova azione legale.

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