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Cronaca di un pirogassificatore annunciato, il voto o il “vuoto” di Ivrea?

Cronaca di un pirogassificatore annunciato, il voto o il “vuoto” di Ivrea?

Borgofranco d'ivrea

Una giornata buia per la città di Ivrea! Mentre nei paesi limitrofi si apre un dibattito con grande partecipazione popolare sull'opportunità di frenare lo smaltimento a caldo dei rifiuti, chiamateli se volete inceneritori e sappiate che ce n'è uno in cantiere nell'area ex Alcan di Borgofranco, il Consiglio Comunale di Ivrea approva una mozione del PD con maggioranza bulgara che, giocando su sofismi di vario genere, avvalla il progetto di realizzazione di questo impianto. Giustamente la consigliera Restivo rileva che si approva una mozione di un comitato, Dora Baltea che Respira, che annovera quasi tutti i sindaci dei paesi limitrofi, mozione tra l'altro già votata dai consigli comunali di quasi tutti i paesi a monte di Ivrea ma la consigliera trascura che i sindaci e Legambiente che accettavano con quella Deliberazione la sperimentazione autorizzata dalla Provincia di Torino, (formula la “sperimentazione” per aggirare le norme disattese dalla Ditta COMIMET per poter installare un impianto fisso e assolvere l'inadeguatezza della documentazione presentata dal titolare del progetto imprenditoriale) hanno fatto un'inversione a 180°. Trascura la sig.ra Restivo il perché tutti questi signori avevano fatto rapida retromarcia di fronte alla ferma determinazione del comitato NO PIRO e delle popolazioni locali di impedire la sperimentazione, il perché é semplice: se il termine sperimentazione è stato usato in modo proprio, nessuno vuol fare la cavia per gli interessi economici di imprenditori e politici in assenza delle dovute garanzie. Le garanzie di solito si danno prima perché dopo si scopre che mezza città di Casale è stata vittima degli effetti dell'amianto, che anche ad Ivrea si moriva di asbestosi e via di questo passo. Questa drastica posizione, NO ALL'AVVIO DELLA SPERIMENTAZIONE, riportata in una mozione successivamente proposta ai comuni dal comitato NO PIRO, da sempre contrario all'avvio dell'impianto e proprio su questo punto alternativo e in contrasto con l'altro comitato, è stata poi approvata precipitosamente anche dai comuni più ambigui superando di fatto le valutazioni della precedente deliberazione e innescando un processo virtuoso tanto da scoprire di avere sul loro territorio delle attività da difendere in campo turistico, commerciale, paesaggistico e agricolo . Il fatto diviene ridicolo se si considera che alcune di queste sono state promosse come “attività di nicchia” e quindi di grande qualità dalla stessa Provincia che ora le affossa scaricandole nel peggiore di modi, perché? Qual è la vera posta in gioco? Ce lo dicano i due ex sindaci di Montalto e Borgofranco, Chiarotto e Omenetto, ora consiglieri provinciali e fantasmi della rappresentanza delle istanze delle popolazioni che li hanno votati, il secondo poi, ironia della sorte, è anche Dirigente della SCS non del circolo del Bridge dell'Olmetto e quindi di certo non può negare di essere sul “pezzo” e tuttavia è stato ed è ipocritamente assente nel dibattito. La netta opposizione alla sperimentazione del Pirogassificatore contenuta nella mozione presentata in Consiglio Comunale ad Ivrea dal M5S in rappresentanza del Comitato NO PIRO e tardivamente sposata nell'ultima settimana anche da “Viviamo Ivrea”, ha portato ad una mozione condivisa all'ultimo tra i due gruppi poiché il testo unificava due proposte divenute quasi identiche. Il risultato: due voti a favore, di Blasotta (M5S) e Comotto (Viviamo Ivrea), un'astensione intelligentemente motivata di Tognoli (lista dei Cittadini), 11 automi in attesa di congresso contrari (PD)e gli altri del Centro destra astenuti per inconsistenza o scarsa informazione. La reazione di un pubblico piuttosto accalorato e offeso per l'atteggiamento del partito unico rischia poi di degenerare creando un imprevisto e sgradevole codazzo con urla e spintoni non in linea con lo spirito che ha animato l'azione di cittadini e del comitato NO PIRO in questi mesi. Infine una considerazione di cui si invitano i rappresentanti delle forze politiche di maggioranza e quelli “in cerca di autore” a prendere atto: negare l'evidenza non risolve i problemi ma li rinvia soltanto e prima o poi si paga il conto.
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