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VENARIA. Vorrei ma non posso

VENARIA. Vorrei ma non posso
“Non posso continuare a sostenere un sindaco che non ha da tempo la mia stima, che non ha rispettato neanche in parte le mie aspettative, eppure ci ho provato, e ci ho sperato, che ha trattato con indifferenza la mia dignità, non condividendo che le notizie di decisioni già prese, o addirittura mettendomi a conoscenza di cose già avvenute da tempo, e che non avrebbero avuto il mio appoggio. Non ha mai voluto instaurare un rapporto di collaborazione, e non mi ha mai chiesto di incontrarci se non per riportare cose che già erano state messe in moto. E senza se e senza ma”. E’ assai probabile che nello scrivere queste righe (sono solo una parte della sua lunga lettera di dimissioni) la ex-consigliera e capogruppo pentastellata Cantella abbia compreso meglio lo stato d’animo della De Biase, ex membro del Collegio dei Fondatori di Via Maestra, che per prima denunciò la mancanza di trasparenza e di partecipazione nella gestione della Fondazione da parte del sindaco Falcone. Inizialmente sostenuta, la D’Afflitto rischiò di rimetterci il posto, venne poi scaricata e così si dimise in silenzio, evidenziando come il gruppo 5 stelle locale si stesse allontanando dai principi del Movimento. Poi fu il turno dell’ex-assessore Scisci, del membro del CdA di Fondazione Spoto, dell’ex consigliera Napoletano e dell’ex-consigliere Balocco (con l’aggiunta del penoso tentativo di occultamento della sua lettera di dimissioni). Lettera di dimissioni in cui Balocco rilevava le stesse cose “essendo venuta meno la fiducia nei riguardi del proprio sindaco, Falcone Roberto, e di alcuni membri non eletti della SUA giunta ben lontani negli intenti e dagli interessi propri che distinguono il Movimento dai partiti tradizionali, sempre più basato sulle scelte di pochi e sempre meno sul coinvolgimento dei membri eletti del Consiglio Comunale (i consiglieri), ai quali viene attribuito il solo ruolo di ratificatori”. Tutti sappiamo che si tratta di pesanti accuse condivise anche dai consiglieri che già siedono in Consiglio e da quelli che sostituiranno i dimissionari Cantella e Cicirello. Diversi consiglieri hanno capito che le scelte avvengono all'interno di una ristretta cerchia di persone e poi vengono comunicate agli altri (del resto c’è un comunicatore apposta per questo scopo), tuttavia solo alcuni hanno avuto il coraggio di dire basta. E così si continua a difendere un sindaco che, insieme all'assessore, non ci ha spiegato come siano andate veramente le cose a proposito dell’Ex Infermeria Quadrupedi, che si è gestito “in proprio” la variante 15 e che “toccatemi tutto, salvo l’assessore alla cultura” (anche quando per interessi privati si scaglia contro il sindaco di Torino, Appendino). Insomma, il tratto comune delle dimissioni citate è sempre il medesimo (che ahimè riguarda il Movimento nella sua complessità): chi dissente, chi ha idee diverse, chi ha troppe perplessità viene espulso dal sistema in quanto eretico. Infatti il sindaco ostenta rassicurazione “io vado avanti tranquillo, nonostante le critiche della minoranza e tutti i veleni che ci buttano addosso”. Chiamare “critiche” quanto accaduto appare un po’ riduttivo, dall'inizio del mandato tre consiglieri hanno abbandonato con motivazioni simili, la Cantella era anche la capogruppo. Molti consiglieri sono scontenti, così come tanti sostenitori del Movimento (anche se parola delusi rende meglio l’idea). Tutto questo ha un significato politico o saranno tutti degli stolti? Parlare poi di “veleni” della minoranza è quasi infantile. Due lettere di dimissioni lunghe un kilometro con accuse precise e circostanziate che denunciano le stesse cose che la minoranza (o parte di essa) denuncia in Consiglio Comunale. Dai, siamo seri. Altrimenti, sindaco, meglio una gita a Rimini per applaudire il candidato premier indicato da Grillo, mentre a Venaria comincia il G7….
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