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In Consiglio comunale si spacca la Giunta

In Consiglio comunale si spacca la Giunta

Marco Frola, sindaco di Montanaro

La discussione nel Consiglio comunale di sabato è stata interessante per più motivi. Prima di tutto, per la serietà e la profondità di quasi tutti gli interventi: parole meditate di amministratori e consiglieri consapevoli dell’importanza della scelta a cui erano chiamati. A me pare che i due documenti fondamentali siano stati da un lato, ovviamente, la mozione pro-Bacino azzurro presentata dai consiglieri Gian Renza Piana e Arcangelo Gallon di “Ripartiamo da Montanaro”, dall’altra la replica del sindaco Marco Frola, il cui testo scritto è stato messo agli atti. La mozione Piana-Gallon La mozione è stata accompagnata e argomentata dagli interventi dei due consiglieri, che hanno parlato di “momento storico” per Montanaro. Essa si conclude con tre “impegni” richiesti alla Giunta: 1) ritirare il progetto del quarto lotto dello scolmatore, oggi all’esame della Regione, fatta eccezione per la parte che raccoglierebbe le acque del rio Auzero; 2) accelerare i tempi di realizzazione del terzo lotto; 3) esprimere parere favorevole all’idea progettuale del Bacino azzurro, adoperarsi per l’avanzamento dell’iter autorizzativo, reperire i fondi necessari chiedendo di poter usare quelli destinati al quarto lotto. Le motivazioni di tali richieste sono parzialmente riassunte in un passaggio della mozione: “il progetto del Bacino Azzurro è una valida alternativa al progetto del IV lotto del canale scolmatore che, oltre a mettere in salvaguardia il nostro paese dal rischio idrogeologico di alluvioni, sancisce definitivamente un uso eco-compatibile dell’area di cavazione dei Ronchi e la mette al riparo da interessi privatistici e/o pubblici per la realizzazione di progetti aventi impatto negativo sull’ambiente e sulla salute dei montanaresi”. La risposta del sindaco Frola Il sindaco Marco Frola ha motivato il suo voto di astensione con un intervento nel quale ha elencato puntigliosamente le ragioni per non abbandonare il progetto dello scolmatore. Una lunga arringa di cui richiamiamo alcuni punti. Al momento Bacino azzurro non è ancora un progetto, ma solo uno studio di fattibilità. Le cave Ronchi sono proprietà di Cogefa, bisogna comprarle, e costerebbe il triplo della cifra indicata nello studio di fattibilità. Cogefa è titolare di una concessione allo scavo fino al 2000, e dovremmo risarcirla. Poiché il piano regolatore destina l’area a cave, dovremmo cambiarlo: non abbiamo i soldi per farlo e se lo facessimo Cogefa potrebbe ricorrere. Il piano regolatore vieta di costruire prima del completamento dello scolmatore: non costruirlo vuol dire fermare l’attività edilizia. Rinunciare allo scolmatore comporta la perdita del finanziamento, non solo dell’intera somma di 4,6 milioni, ma anche dei 700mila già assegnati, e la restituzione dei 42.000 pagati al progettista. Bacino azzurro richiede di sottopassare la ferrovia e due strade: opere che richiedono tempo e denaro. Comunque sia, approvare Bacino azzurro non comporta mettere da parte lo scolmatore: i due interventi sono complementari. Soprattutto, accantonare lo scolmatore potrebbero incidere sul livello di protezione del territorio, e le “conseguenze “potrebbero anche non essere solo positive”. Per tutte queste ragioni - ha affermato Frola - “io non mi prendo la responsabilità morale né personale di condannare Montanaro alla stasi; neppure mi assumo la responsabilità di rischiare di perdere un contributo regionale pari, nella totalità, al nostro bilancio di un intero anno; neppure, infine, mi prendo la responsabilità di interrompere un procedimento di messa in sicurezza certa del nostro territorio, lasciando nel comune che amministro da cinque anni una cosiddetta opera incompiuta, testimonianza di spreco di soldi pubblici.” In conclusione, i nostri voti in giunta e in consiglio devono essere soppesati tenendo conto di “tutte le conseguenze e le assunzioni di responsabilità che quelle votazioni causeranno in capo ad ognuno degli assessori, me compreso”. La replica dell’assessore Mancin A una parte delle argomentazioni di Frola ha replicato l’assessore ai lavori pubblici Giorgio Mancin. Per quanto riguarda l’autorizzazione a cavare fino al 2000 concessa a Cogefa, la legge regionale sulle attività estrattive consente al Comune di modificare l’autorizzazione per ragioni di pubblico interesse. Per quanto concerne i tempi di realizzazione dei sottopassi previsti da Bacino azzurro, il metodo del monolite a spinta è rapido e permette di non interrompere la circolazione. Agli altri argomenti del sindaco avrebbero sicuramente saputo rispondere i tecnici di Bacino Azzurro (Ponchia, Sassone, Perazzone, Beninati, Assandri), che però non avevamo diritto di parola. Si aggiungano due osservazioni di Piana e Gallon: le note critiche all’idea progettuale di Ponchia non sono state affidate ad un soggetto terzo, ma al progettista dello scolmatore, l’ingegner Enrione; per valutare l’utilità dei bacini di laminazione non occorre andare lontano, visto che ne è stato realizzato uno a Foglizzo. Da segnalare l’appassionato intervento dell’assessore Clemente Turini: “Sono sempre stato contrario allo scolmatore. Parlo da contadino: conosco il territorio, so che se aggiungiamo altra acqua alla parte di scolmatore esistente questa acqua torna indietro”. La lunga marcia di Restiamo Sani Il consiglio comunale di sabato è stato importante anche sotto un altro aspetto: la forza dimostrata dai comitati “Restiamo Sani” e “Difesa ambientale”. Non accade tutti i giorni che un gruppo di comuni cittadini arrivi fino a spaccare una giunta e una maggioranza. Al contrario, quasi ovunque si assiste alla disperata debolezza degli ambientalisti di fronte allo strapotere degli avversari. Quello di Montanaro è invece un “caso di studio” che meriterebbe l’attenzione dei ricercatori che si occupano dei movimenti sociali (lo stesso discorso vale per il Movimento Valledora del Basso Vercellese). Qui possiamo abbozzare qualche piccola osservazione. I comitati hanno saputo mobilitare gran parte della popolazione. Hanno interloquito con le istituzioni (Comune, Provincia, Regione) senza timidezze e sensi di inferiorità. Hanno prodotto progetti di non facile elaborazione sotto il profilo tecnico e giuridico: le osservazioni a KmVerde e allo scolmatore, il progetto Bacino azzurro, il ricorso al TAR per la ZPS. E hanno saputo ottenere la collaborazione gratuita di tecnici sperimentati: al punto da schierarne cinque contro i tre delle istituzioni (Enrione, Strona, Dassetto). E Chivasso ora che fa? Dorme? Infine, l’esito del consiglio comunale riguarda anche l’amministrazione di Chivasso, che offre 500.000 euro come contributo alla realizzazione del quarto lotto. I tecnici comunali chivassesi ritengono infatti che lo scolmatore contribuirebbe a proteggere dalle alluvioni anche la loro città. Sarà. Potremmo pure trascurare il piccolo particolare che il progetto del quarto lotto prevede di rilasciare, in caso di emergenza, parte dell’acqua nella gora Baina, che guarda caso entra poi nel territorio chivassese con altro nome. Chissà se gli assessori competenti lo sanno. Ma ora c’è di più: ora il consiglio comunale di Montanaro mette in discussione lo scolmatore e avanza il progetto alternativo, o complementare, del Bacino azzurro. Forse è il caso che l’amministrazione chivassese presti attenzione a quel che si discute in un Comune confinante e compagno di sventura nelle alluvioni del 1994 e del 2000.
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