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02 Settembre 2017 - 20:26
Ivrea castello
Da qualche tempo la “politica” d’Ivrea ha deciso che al posto di discutere e cercare soluzioni ai numerosi e annosi problemi della città, ci si debba occupare di un piccolo gruppo di cittadini aggregati sotto la sigla Rebel Firm.
Il gruppo, sicuramente ispirato e posizionato intorno alla destra sociale e all’antimondialismo, diffonde la propria visione del mondo attraverso i social ed eventi sul territorio. Fin qui direi che è esattamente identico a quello che fanno tutti i partecipanti alla vita politica della città, ma ad un certo punto le cose cambiano.
E’ Luglio quando lo storico palo di Lungodora, per intenderci quello con il foro dovuto all’esplosione del ponte ferroviario, viene vandalizzato. In questi casi, in assenza di flagranza di reato, sarebbe opportuno attendere l’esito delle indagini prima di addossare la colpa a qualcuno, e invece no è colpa di Rebel Firm.
Certo, non troverete nessuna pronuncia in tal senso, ma è così. Partono le denunce seguite dalle accuse sibilline e mai esplicite di svariate figure istituzionali, il caso si gonfia ed invade le pagine dei giornali.
Da dove arriva questo accanimento e chi giova? Teniamo presente che mancano pochi mesi alle elezioni, e tutto ciò che avviene in questo periodo va letto in chiave elettorale. Il PD è in piena crisi d’identità, partito apparentemente di sinistra, ha negli anni appoggiato e promosso tutte le politiche ultra liberiste delle banche centrali e dei poteri forti, rimanendo addirittura coinvolto sotto varie forme, nella “tratta degli immigrati”.
Difficile inquadrare un partito con queste caratteristiche nel classico quadro di sinistra novecentesca. Una parte dell’elettorato ha ormai capito l’inganno e per questo motivo serve rinfrescare il baluardo dell’antifascismo, in molti casi a sproposito. “Noi siamo antifascisti” è l’unico slogan che può ancora fare presa sulle masse, l’unico simbolo identitario che gli è rimasto. In realtà anche questo è facilmente smentibile, basta pensare al fatto che solo pochi mesi fa lo stresso partito era pronto a mettere mano alla costituzione in veste presidenzialista.
Possiamo comunque affermare che questa immagine è ancora forte è può ancora strappare voti. Per tornare a parlare di antifascismo però servono i fascisti, e non importa se siano veri o presunti, il trucco funziona sempre. Rebel Firm in questo caso cade proprio a fagiolo e per fronteggiare la minaccia fascista bisogna votare le persone giuste. Scrivendo queste righe mi viene quasi da ridere nel dover, date le circostanze, usare certi termini a fronte della reale situazione. La fase successiva la possiamo definire “il bene contro il male”, ovvero, dopo aver fatto capire alla città che il male è tornato, il bene cercherà di redimere questi ragazzi e di riportali sulla retta via.
In questa situazione capisco perfettamente l’imbarazzo dell’ANPI, chiamato giustamente e per sua stessa natura a
rimarcare i valori dell’antifascismo, si ritrova immischiato in vicende prettamente elettorali. E’ notizia di pochi giorni che il presidente Ballurio, organizzerà (forse) un dibattito pubblico con il gruppo in questione.
Il male ha i giorni contati!
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