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12 Luglio 2017 - 11:38
piscina del Palalancia
Un tuffo dove l’acqua è più blu, niente di più...
Cantava Lucio Battisti, ormai più di una vita fa.
E un tuffo dove l’acqua è più blu è quello che stanno facendo i chivassesi costretti dal lavoro a passare queste calde giornate estive in città.
A nord della ferrovia, la piscina del Palalancia è aperta tutti giorni della settimana, da mattina a sera.
La gestione dell’impianto è affidata, fino al 3 novembre, alla Doria Piscine, società che ha ottenuto dal Comune anche l’appalto del servizio bar e ristorazione della vicina Club House.
Ma un tuffo dove l’acqua è più blu non si può fare senza conoscere un po’ della storia recente di questa struttura, temporaneamente affidata alla Doria Piscine e all’associazione ERV di Chivasso, che si occupa fino al 31 dicembre prossimo della custodia del Palazzetto polifunzionale e dell’alloggio del custode situato all’interno della Club House.
In pratica, c’è chi “mantiene” la piscina aperta e chi apre e chiude le porte del Palazzetto alle associazioni della città.
E poi, per ora, nient’altro.
Perché sarà anche vero, come disse in tempi non più recenti l’allora sindaco Libero Ciuffreda, che il Palalancia è stato restituito alla città, ma sul futuro del complesso sportivo di via Favorita pende ancora il giudizio dell’arbitrato tra il Comune e la società Sport nel Canavese srl di Piero Gambarino. Già, sono passati cinque anni ma è ancora tutto fermo a quell’epoca lì.
A quella conferenza stampa tanto fumo e poca ciccia.
E così di progettualità sul Palalancia non è che se ne possano fare granché.
Facciamo un passo indietro e ripercorriamo una delle vicende più tormentate della nostra città.
Era l’aprile 2007 quando veniva stipulata una convenzione per la concessione d’uso pluriennale (fino all’aprile 2032) a Sport nel Canavese srl del centro socio-aggregativo “Vincenzo Lancia”. All’epoca sindaco era Bruno Matola. Cinque anni dopo, con delibera di Giunta del 22 giugno 2012, il neo insediato Libero Ciuffreda revocava la convenzione per “grave e totale inadempimento di Sport nel Canavese”.
Con domanda di arbitrato e contestuale atto di nomina di arbitro, “Sport nel Canavese” comunicava di voler avviare un procedimento arbitrale per la definizione dei rapporti con il Comune di Chivasso connessi e conseguenti al contratto di concessione del Palalancia.
Nel marzo 2013 veniva sottoscritto il verbale di riconsegna dell’area e di tutti gli impianti e fabbricati da “Sport nel Canavese” al Comune di Chivasso.
Il deposito del lodo arbitrale è avvenuto nel mese di febbraio 2014 e ha sancito la legittimità della revoca a suo tempo disposta nei confronti di Sport nel Canavese srl. Il lodo è stato oggetto di impugnazione da parte della società di Piero Gambarino e la causa è oggi pendente in appello: s’attende la sentenza del tribunale di Torino.
Intanto, però, lo stesso tribunale, con sentenza numero 359 del 22 novembre 2016, ha dichiarato il fallimento della società Sport nel Canavese srl.
E se l’arbitrato dovesse vincerlo il vecchio gestore?
Mamma mia che gran casino che sarebbe.
Insomma, la vicenda Palalancia è complicata più che mai. Tra le granite e le granate, passerà intanto un’altra estate con i suoi tormentoni prima che si possa giungere ad una vera conclusione della partita. Pardon, prima che si possa restituire per davvero il Palalancia alla città. Per dirla alla maniera di una vecchia conoscenza...
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