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SAN BENIGNO. Nozze al cimitero di San Benigno

SAN BENIGNO. Nozze al cimitero di San Benigno

Funerali in discoteca, processi alla Fera dij coi, lirica in cantina e partite di calcio sui tetti. Possiamo fare tutto e il suo contrario. Anche sposarci al cimitero!

Capita che per puro caso passi da San Benigno Canavese, ridente paesino a 15 chilometri da Settimo, il campionato italiano di ciclismo per professionisti. Non la Bicincontriamoci o il palio dei borghi, ma il campionato tricolore, corsa che in termini di prestigio è seconda soltanto al Giro e si organizza da un anno all’altro, coinvolge centinaia di atleti, migliaia fra tecnici, giornalisti, medici, forze dell’ordine, volontari e tifosi.

Di questa gara si sapeva tutto da mesi, prefetti, sindaci, questori, polizia, carabinieri, curia, commercianti, presidi e relativi insegnanti, tutti sapevano tutto.

Meno il prevosto, il quale quel giorno pensa bene di maritare una giovane coppia nell’Abbazia di Fruttuaria, un luogo di fede tra i più importanti del Piemonte, opera di storia e tradizioni non comuni, scavi risalenti a mille anni fa, pale del Defendente Ferrari, un bombonin tutto da vedere e adatto allo show nel quale abbiamo trasformato i sacramenti. Che però si trova nel ricetto di San Benigno e quella domenica non è nemmeno avvicinabile: da tre giorni le strade del paese e di un’altra decina di cittadine nel perimetro Rivarolo Caluso Ivrea, sono chiuse al traffico per consentire il passaggio della carovana. Non quella della sposa! Quell’altra, con bici, ammiraglie, pedivelle, catene, sellini e tubolari.

La sposa con tutta la sua spedizione appresso viene dirottata alla cappella del cimitero, chiesa capiente, un bel parcheggio e di sicuro nessuno romperà i coglioni.

Indimenticabile, quel giorno, dev’essere stato indimenticabile, gli sposi avevano invitato alla festa amici e parenti tutti con tanto di manifesti, cartine e le immancabili indicazioni sul cellophane, come usa oggigiorno: Genoveffa e Teresio sposi, per di là, per di qua, direzione Abbazia. Poi svoltate per il camposanto. Una prece. Non fiori ma opere di bene. I congiunti ringraziano per la numerosa e sentita partecipazione.

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