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28 Giugno 2017 - 10:51
Claudio Castello, stappa lo spumante
Portano in spalle il neo eletto sindaco. Cantano “Bella Ciao”. Urlano “Dove sei Fluttero”. All’una di notte, in via Torino, c’è una gran voglia di festeggiare. Di urlare al mondo la vittoria.
Ebbene sì.
Inspiegabilmente a Chivasso ha vinto il centrosinistra e ha perso il centrodestra. Non di tanto. Di appena 392 voti. Comunque ha vinto.
“Inspiegabilmente”, guardando ad un trend nazionale che ha consegnato ai candidati a sindaco di Salvini, Berlusconi e Meloni quasi tutti i capoluogi e le principali città d’Italia.
“Inspiegabilmente” considerando che fuori e dentro la sede del Pd di piazza della Repubblica (citofonare Gianna) sul neo eletto sindaco Claudio Castello nessuno ci avrebbe mai scommesso un euro bucato, a cominciare dall’assessore regionale Pentenero, passando per l’ex segretario Pipino, l’ex parlamentare Renato Cambursano e lo stesso sindaco uscente Libero Ciuffreda.
Ancora fresche nella memoria le polemiche su di un simbolo (quello del Pd) da cui sarebbe stato meglio stare alla larga, sulla candidatura dell’indipendente Roberto Zollo da contrapporre all’ex vicesindaco Massimo Corcione (renziano di ferro) e infine sulle primarie organizzate dal Pd quasi esclusivamente per far perdere il proprio candidato, a vantaggio dell’indipendente Claudia Buo.
Non fosse stato per il passo indietro di Massimo Corcione e per il “No” del segretario provinciale Fabrizio Morri precipitatosi a Chivasso in fretta e furia a distruggere il disegno, quasi “criminogeno”, forse oggi ci sarebbe un altro film da raccontare.
“L’avevo detto io che nessuno ha la sfera di cristallo per dire prima come finisce dopo...” gongola e ne ha ben donde il povero Corcione.
Diteci voi se non sembra questa l’ultima delle leggi di Murphy fresca di stampa: “Vincono quelli che fanno di tutto per perdere e perdono quelli che davvero han fatto di tutto per vincere....”.
Ed è vero che mai come in questa tornata, il centrodestra ufficiale ci ha creduto. E ci ha creduto perchè era nell’aria. Ci ha creduto fidandosi di Facebook (e non tutto il mondo ruota lì), in un crescendo di “mi piace” e benevoli commenti.
Diciamo che si sono sopravvalutati i social network e si è sottovalutata la “spaccatura” che pure c’era?
Diciamocelo... E diciamo pure che in quei 392 voti di differenza si contano probabilmente anche gli amici dei candidati a sindaco sconfitti al primo turno Adriano Pasteris e di Enzo Falbo. Si contano gli anti-Fluttero o quelli che a Fluttero gliel’han giurata e nessuno ha mai capito bene il perchè.
E magari anche quei grillini che si sono fatti due conti, scoprendo che con Castello sindaco di consiglieri comunali ne avrebbero fatti due al posto di uno.
“C’è che la gente non va più a votare”, urlano in tanti. Tant’è!
E’ andata così e forse non sarebbe potuta andare diversamente
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