Caro Gian Paolo Brizio, sono passati quasi 10 anni da quando te ne sei andato per sempre, portato via da una brutta malattia. Ora, ovunque tu sia, avrai altro a cui pensare che a Ciriè. Tu che - politico con la “p” maiuscola - la tua città l’hai sempe servita con impegno e dedizione. Beh, ti scriviamo per darti qualche brutta notizia: vedessi cos’è rimasto della Ciriè che sognavi. La città dei servizi, la città di charme. Sono passati 51 anni da quando sei diventato sindaco. Era il 1966. Per anni - scriveva il direttore de La Voce del Popolo, Luca Rolandi - “Brizio avrebbe espresso, in ambito locale, una politica moderna, originale ed efficace, riuscendo a creare una maggiore coesione sociale, grazie alla realizzazione di strutture assistenziali ed educative e a un mirato intervento per lo sviluppo economico del ciriacese”. Così hai cominciato a costruire, con successo,la città dei servizi. Ci spiace doverti dire che, negli ultimi anni, Ciriè i servizi li ha visti sparire uno dopo l’altro. Non tutti, certo. L’ospedale è cresciuto, le scuole ci sono ancora e nessuno le tocca. Sia mai. La caserma dei carabinieri è diventata tenenza, un successo. Ah, è arrivata l’Inps. Fin qui tutto bene, no? Peccato per il resto. Il tribunale l’abbiamo perso, accorpato a Ivrea. La Camera di Commercio è arrivata e sparita in uno schiocco di dita. È successa la stessa cosa per quanto riguarda l’Inail. E la ferrovia? Le corse sono state tagliate e al centro di Torino, alla stazione di corso Giulio Cesare, non ci arriviamo più da trent’anni. E adesso, se c’è un motivo per cui ti abbiamo disturbato è proprio questo, stiamo perdendo l’ufficio dell’agenzia delle entrate. Non è che avresti voglia di tornare giù, a mettere a posto la situazione? I sindaci dopo di te, a cominciare da tuo figlio, non ce l’han fatta. E sembra che Loredana Devietti sia sulla stessa barca. Certo, le risorse sono quelle che sono, ma forse qualche volta basterebbe provare a battere un po’ i pugni e a farsi sentire. Qua, da decenni, si regredisce sempre più. “Quando c’era Giampi…” ripetono i politici di oggi, che t’hanno conosciuto e ti rimpiangono. Quando c’era Giampi, era tutta un’altra cosa.
manuel.giacometto@gmail.com
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