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15 Marzo 2017 - 10:26
Gianna Pentenero
Finalmente! Dopo tanta attesa il sospirato fallimento è arrivato. Giovedì 9 marzo il Tribunale di Ivrea ha emesso la sentenza riguardante la Sandretto: è stata respinta, dopo mesi di rinvii, la richiesta di concordato presentata dall’azienda.
Gioire per un fallimento – lo abbiamo scritto altre volte – è apparentemente paradossale: non è certo quello che un anno fa i dipendenti avrebbero immaginato di desiderare ma, dopo la messa in liquidazione, questa era ormai la soluzione meno penalizzante per loro e per il territorio. Il gruppo dirigente della Photonike ha perso il diritto – finora soltanto sospeso - di gestire i beni dell’azienda e non è poco. Tutto è in mano al curatore fallimentare, il dottor Leonardo Marta, il medesimo che, in qualità di commissario, aveva avuto in custodia lo stabilimento in questi ultimi mesi. Sarà lui a trattare con gli imprenditori interessati – se ce ne saranno - e ad assumere ogni decisione.
E’ finita anche l’ansia che attanagliava i lavoratori fin dalla scorsa estate, dovuta alla paura che venissero portati via i macchinari, svuotando lo stabilimento e chiudendo ogni possibilità di ripartenza. Stavano continuamente sul chi vive: durante il presidio (durato dal 20 luglio a metà novembre) ed ancor più nel periodo successivo, quando non c’era più nessuno a controllare. Per legge, in attesa che il tribunale si pronunciasse, i vertici della Photonike non avrebbero avuto il diritto di toccare nulla ma si temeva che accadesse ugualmente: quanti falsi allarmi si sono succeduti! Bastava che qualcuno vedesse passare un TIR in Via Sandretto perché scattassero le telefonate fra i dipendenti, venisse allertato il sindacato, ci si preparasse a rimettere in piedi in fretta e furia il presidio. Ora si riparte da zero ma in una situazione più chiara.
La parola a Bellino
Cosa ci dobbiamo aspettare ora per quanto riguarda la Sandretto? Lo chiediamo al responsabile territoriale della FIOM Fabrizio Bellino, che in questi mesi di attesa deve aver faticato non poco a starsene con le mani in mano o quasi. Come prevedibile, dopo aver appreso la notizia si è messo in moto immediatamente.
Abbiamo chiesto alla Regione di convocare al più presto un tavolo per esaminare la situazione, invitando il curatore ed i sindaci di Pont, Grugliasco e Collegno. L’assessore Pentenero ci ha risposto subito: in settimana ci farà sapere. La Regione è proprietaria del marchio e deve cercare una soluzione per salvaguardare quel che è possibile in termini occupazionali e per questo territorio. Occorre coinvolgere Confindustria Canavese, l’Unione Industriale di Torino e trovare un imprenditore serio, possibilmente del settore.
C’è davvero la possibilità di trovarne uno?
Certo non è facile ma sono convinto che questa possibilità esista. I punti di forza sono da un lato l’Assistenza ed i Ricambi (in giro per il mondo si trovano 30.000 presse Sandretto, che hanno bisogno di manutenzione e di riparazioni e si tratta di prodotti di alto livello), dall’altro la possibilità di mettere in produzione le presse della Serie Dieci.
Non c’è il rischio di cadere ancora una volta nelle mani di qualche avventuriero?
Staremo ben attenti e vigileremo perché non accada più. E’ chiaro che si partirebbe da piccoli numeri ma l’importante è ricominciare, ovviamente assumendo per primi i vecchi dipendenti, che hanno capacità, competenze e volontà di fare bene.
Il sito non è troppo grande, tale da scoraggiare chi fosse interessato ad installare un’attività di dimensioni contenute?
E’ un problema superabile, si può lottizzarlo ed intervenire su un lotto per volta. E si possono ottenere finanziamenti sia regionali che dell’Unione Europea: l’importante è avere un progetto.
Il fatto che il curatore fallimentare sia il dottor Marta, che era stato il commissario in questi mesi, facilita la ricerca di una soluzione o era scontato che l’incarico andasse a lui?
Non era scontato: a volte accade, altre no. Il fatto che conosca la situazione dovrebbe facilitare il suo lavoro.
Quale sarà la prossima iniziativa del sindacato?
Abbiamo convocato l’assemblea dei lavoratori. Ci ritroveremo giovedì 16 marzo alle 9,30, davanti allo stabilimento, per confrontarci e fare il punto.
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