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11 Gennaio 2017 - 10:51
Una foto d'archivio della discarica di Chivasso
Sabato mattina i Vigili del fuoco del Comando Provinciale di Torino e quelli di Chivasso hanno condotto un sopralluogo nella frazione Pogliani. Erano stati chiamati da alcuni residenti allarmati dall’odore di metano che usciva dalle griglie nelle strade, vicino alle case del centro abitato. Non è stato facile farli arrivare da Torino. Il giorno prima avevano promesso di venire, ma sabato mattina non ne erano più tanto sicuri. C’è voluta una telefonata un po’ ruvida di una poglianese per farli decidere.
Bisogna riconoscere che i due vigili giunti sul posto un’ora dopo sono stati gentili, disponibili e hanno fatto un lavoro accurato. I loro strumenti non hanno rilevato presenza di metano. Tuttavia anche loro hanno avvertito odore di gas in strada della Carletta. Hanno subito avvisato i gestori della rete del metano di Chivasso. Nuova promessa di intervento, ma alle 20 non si era ancora visto nessuno. Nuova telefonata un tantino incavolato di un residente e alle 21 è apparso un operatore: il suo strumento ha segnalato metano in uscita dalle tubature. Così il mattino seguente, cioè domenica, un gruppo di dipendenti del gestore della rete ha effettuato dei carotaggi.
Comunque vada a finire, l’episodio dimostra che, se i cittadini riescono a superare la rassegnazione e a farsi valere, le autorità si muovono. Qualche volta. I poglianesi avevano scritto lettere raccomandate o consegnate a mano non solo ai Vigili del fuoco, ma anche al Comune, all’ASL, all’ARPA, ai Carabinieri, ecc.
Oltre che a controllare la presenza di metano, sabato mattina i Vigili del fuoco torinesi, accompagnati dai poglianesi, hanno visitato il pozzo di ispezione della discarica, quello numerato S38 che si trova tra la Carletta e Strada Crova, e i tanti pozzetti di estrazione del gas, alcuni dei quali apparentemente scollegati o dismessi.
Le preoccupazioni degli abitanti dei Pogliani sono tutt’altro che infondate. Non ci riferiamo solo all’incendio di una cantina nel lontano 1993. Ci riferiamo soprattutto alle irregolarità o inadempienze commesse da SMC e SETA nella gestione del gas prodotto dalle discariche. Irregolarità o inadempienze documentate da atti pubblici e da lettere di Città Metropolitana. Dei tredici provvedimenti di diffida comminati dalla Provincia / Città Metropolitana alle due società dal 2003 al 2016 ben cinque riguardano il biogas. In questi anni i tecnici dell’ARPA hanno ripetutamente rilevato che l’apparato di estrazione forzata del gas dalle discariche era mal funzionante: i pozzetti erano scollegati e quindi non estraevano il gas, la depressione dentro i pozzi era insufficiente a far salire il gas verso l’esterno, le torce che dovrebbero bruciarlo non erano accese, ecc. Ma se non viene estratto dal corpo delle discariche il gas si diffonde nel sottosuolo anche all’esterno delle medesime. Comprensibile il timore dei residenti di trovarselo sottocasa. Nell’autunno 2015 dal pozzo di ispezione S38, a Nord della Chivasso 1, è stata riscontrata la presenza di metano. SMC ha eseguito dei lavori e alla fine di dicembre Città Metropolitana ne ha preso atto: tuttavia ha raccomandato alla società di continuare a “prestare la massima attenzione all’estrazione del gas all’interno della discarica in oggetto e al monitoraggio del gas nel sottosuolo esterno, anche al fine di garantire condizioni di sicurezza nei confronti delle abitazioni limitrofe”, nonché degli operatori presenti nell’area delle discariche. Ciononostante sei mesi dopo, nel giugno 2016, Città Metropolitana è stata costretta a emanare una nuova diffida.
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