"Non temo nulla. Non spero nulla. Sono un uomo libero”. Una citazione dello scrittore greco Kazantzakis che Giancarlo Clara, 55 anni, amava. Forse perché gli calzava a pennello. Già, perché Clara - insegnante per circa vent’anni all’istituto Aldo Moro - era visto così dai suoi studenti e dai suoi colleghi. Come un uomo libero. L’archetipo di quel genio che è sempre accompagnato, e non può essere altrimenti, da un po’ di sregolatezza. Una sregolatezza dolce e pacata la sua, certo. Ma tanto basta per donargli quelle sfumature di libertà di cui era così fiero e orgoglioso. Clara se n’è andato per sempre mercoledì, a causa di gravi problemi di salute. Aveva una moglie e una figlia. Insegnava storia e filosofia. “E ci insegnava a vivere - ricorda Sarah Negro, 19 anni, ex studentessa dell’Aldo Moro -. Era un professore sopra le righe, ci ha sempre tenuto che ci appassionassimo alle sue materie, le sue lezioni erano sempre ricche di aneddoti, non le classiche lezioni frontali. Era più uno storico che un filosofo, amava la storia e ci raccontava di continuo le sue ricerche e le sue esperienze. Un’insegnante geniale”. Prima di insegnare si era dedicato alla carriera da giornalista, arrivando a scrivere su diverse testate, anche nazionali. È anche stato iscritto per anni all’albo dei giornalisti pubblicisti. All’Aldo Moro, poi, la passione per il mondo della stampa è tornata viva con i giornalini d’istituto, di cui per anni si è occupato. Attualmente, infatti, era ancora il direttore del giornalino online, “The IIS Moro Times”.“Che dire - scriveva nell’editoriale in occasione della rinascita della testata - sarò un direttore responsabile ma anche un po’ irresponsabile, nel senso che il giornalino dovrà essere un prodotto degli studenti che vorranno collaborare portandovi dentro non solo le attività scolastiche ma anche, in qualche misura il loro vissuto, le loro passioni (senza esagerare), i loro dubbi e le loro istanze”. Così concepiva la scuola, come uno spazio aperto non solo alla cultura, ma anche alla vita e alle passioni. Tantissimi gli studenti ed ex studenti che oggi lo piangono. “Era una persona fantastica, il professore migliore che un alunno potesse desiderare - ricorda Matilde Francisca, 18 anni -. Ci veniva sempre incontro, era una persona umana e disponibile per qualsiasi cosa. Andava oltre all’apparenza cercando di capire sempre con chi aveva a che fare, e cercava sempre di metterci a nostro agio. Le sue lezioni, poi, erano entusiasmanti, ti aprivano un mondo…”. C’è dell’altro. “Era una mente brillante - prosegue Francesca Bietto, 19 anni -. Non perdeva l’occasione di mettersi a servizio degli studenti, per rendere la scuola un posto in cui confrontarsi. Con la sua dolcezza e la sua dedizione è riuscito a lasciare in noi un segno e il suo ricordo ci accompagnerà per il resto del nostro cammino”. Lo ricorda anche la collega Pia Zulian. “Ha affascinato generazioni intere di studenti con le sue lezioni e le sue conferenze a tema storico - dice -. Era un grande conoscitore della storia e un oratore eccezionale, da sempre una persona attiva per gli studenti”. Parole di apprezzamento anche da parte del dirigente scolastico Alberto Focilla. “Era un insegnante molto apprezzato dagli studenti, molto pacato e di grande cultura - sottolinea -. Spesso, come Istituto, siamo intervenuti in feste civili, lui ci ha sempre rappresentati bene con la sua profonda conoscenza della storia”. Il funerale, molto partecipato, si è svolto venerdì mattina presso la chiesa di San Alfonso a Torino.
manuel.giacometto@gmail.com
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