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Ipse dixit. Secondo atto

La rubrica ipse dixit si arricchisce di un secondo atto. Ed è sempre il sindaco Falcone a fornirci nuovo materiale, confermando che il vecchio adagio popolare "predicare bene e razzolare male" non ha perso di attualità. La solita storia, non c'è bisogno di scomodare De Andrè,  di chi non può dare il buon esempio e quindi dispensa agli altri consigli, o peggio, come in questo caso, ne indica i vizi. A finire sul banco degli imputati, la logica pare essere quella di un processo, è stato il direttore della fondazione Via Maestra, reo di non aver condiviso la programmazione della stagione teatrale del Teatro Concordia: " ... il problema è la mancata condivisione dei progetti, non c'è stato dialogo. E questo non lo posso accettare, perché il gruppo politico di cui faccio parte vuole la trasparenza in tutto, anche nell'organizzazione di un cartellone teatrale". Ora, intanto non si capisce per quale ragione il sindaco per le sue lamentele non si rivolge al CdA da lui nominato, che casomai dovrebbe essere il primo a rispondere della mancata condivisione e della mancata trasparenza. E di conseguenza il CdA rivolgersi al proprio direttore. Oltretutto, ci si accorge solo a programmazione avvenuta che non c'è  stato dialogo? Ma la cosa assai divertente è leggere il sindaco invocare dialogo e partecipazione. Proprio lui che ha fatto di tutto per nascondere quello che avveniva in Fondazione per il cambio di statuto e la nomina del nuovo CdA. Innanzitutto ai suoi consiglieri di maggioranza che infatti avrebbero votato volentieri contro l'assessore D'Afflitto. In quella vicenda tutto capitò eccetto l'auspicata trasparenza. Per non parlare di come è stata isolata il membro del Collegio dei fondatori De Biase, dapprima sostenuta da diversi consiglieri di maggioranza, in testa la capogruppo Cantella, poi scaricata per evitare che davanti alla commissione consiliare cultura potesse dir la propria. Questo è il dialogo che intende il sindaco? Tutto è stato messo a tacere, e per fortuna, la De Biase, evidentemente abbastanza nauseata, non ha avuto voglia di togliersi, come si dice in gergo, qualche sassolino dalle scarpe, per raccontare le gesta "del diversamente dialogante e trasparente" sindaco. Ad ogni modo, il colpo di teatro arriva alla fine dell'articolo: "Nella vita bisogna capire se si vuole fare il  politico o i tecnici o i direttori di teatro. Le due cose assieme stridono.... ". Quindi, qual è l'origine del dissenso? Se il problema è la mancanza di dialogo e trasparenza (peraltro accusa grave e insinuante, suggerirei al sindaco di congedare quanto prima il CdA), cosa c'entrano le abitudini politiche del dopo lavoro? Una dichiarazione inquietante, che ha lo stesso suono di un avvertimento. Altro che dialogo e trasparenza..... Non è possibile fare attività politica per un dipendente o vanno bene solo quei dipendenti del Comune, di ASM, di VERA, etc. che partecipano ai meet up?
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